Associazione nazionale Commercialisti (ANC) e associazioni di categoria in audizione presso le commissioni Finanze di Camera e Senato sullo schema di decreto delegato che introduce una serie di correttivi al concordato preventivo. Ma previsti ritocchi anche su cooperative compliance e calendario fiscale.
Il 10 luglio 2024 sarà la volta del Consiglio nazionale dei commercialisti a dire la propria sull’istituto novità del 2024.
L'Associazione Nazionale Commercialisti è stata ricevuta il 9 luglio 2024 in audizione dalle Commissioni Finanze congiunte di Camera e Senato sullo schema di decreto legislativo recante disposizioni correttive in materia di regime di adempimento collaborativo, razionalizzazione e semplificazione degli adempimenti tributari e concordato preventivo biennale.
Proprio su questo istituto - CPB – l’ANC ritiene che debba essere incentivata una più ampia partecipazione, rafforzando i vantaggi offerti a chi sceglie questo percorso.
I commercialisti propongono specifiche modifiche al regime fiscale legato al concordato preventivo.
Infatti è stato rilevato che, nonostante le affermazioni del Governo sul superamento degli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA), questi continuano a essere centrali nel nuovo schema di concordato. Questo rappresenta un evidente passo indietro, considerando che gli ISA erano nati come sostituti dei vecchi studi di settore. Tuttavia, gli ISA si basano su dati meno dettagliati, rendendo i loro risultati generalmente meno precisi e affidabili.
Il tesoriere del CNDCEC, Salvatore Regalbuto, ha proposto un'imposta fissa sul reddito incrementale rispetto all'anno precedente l'adesione al concordato. I dettagli della proposta includono:
- una tassazione del 10% per i contribuenti con un punteggio ISA tra 8 e 10;
- un’aliquota del 12% per quelli con punteggio ISA tra 6 e 8;
- un’aliquota del 15% per i contribuenti con punteggio inferiore a 6.
Questa imposta sostituirebbe le attuali tasse sui redditi e le addizionali relative.
L'obiettivo è facilitare l'accesso al concordato anche per chi presenta redditi significativi, particolarmente quelli meno affidabili fiscalmente, mitigando gli impatti negativi derivanti dalle valutazioni ISA, basate su analisi statistiche che non sempre riflettono accuratamente le specificità delle singole attività.
Ulteriori proposte prevedono:
L’ANC ha evidenziato anche altre problematiche nella normativa del concordato, sottolineando come queste generino incertezza e minino l'efficacia dello strumento. Aspetti chiave che richiedono interventi legislativi sono:
- l’inclusione di gravi malattie e infortuni tra le cause per la cessazione dal concordato;
- l’assenza di debiti fiscali superiori a 5.000 euro. Si chiede una precisazione rispetto alla modalità con la quale la circostanza si può verificare (con riferimento al periodo d’imposta precedente a quelli cui si riferisce la proposta);
- i cambiamenti societari e variazioni nel reddito o regime fiscale. Non è chiaro se siano motivo di esclusione quando si verificano nel primo anno di concordato oppure anche nel secondo;
- il decesso del contribuente.
Criticità anche sul termine di adesione: si propone di lasciare a regime quello di presentazione della dichiarazione annuale dei redditi anche per effetto del maggior termine concesso all’Agenzia delle Entrate per il rilascio dei software Isa, CPB e Redditi rispetto a quelli originariamente previsti.
L’inserimento a regime di un’ulteriore scadenza al 31 luglio per la platea dei contribuenti e dei professionisti che li assistono produrrà un aggravio di lavoro per i professionisti e costi aggiuntivi per le imprese.
Il Consiglio nazionale dei commercialisti, che sarà sentito il 10 luglio 2024, suggerisce alcune modifiche importanti riguardanti le scadenze fiscali per i possessori di partita IVA quali:
Presentate alcune proposte di miglioramento anche nel contesto della cooperative compliance.
Si evidenzia la necessità di allineare i vantaggi concessi alle imprese che adottano una totale trasparenza nella loro posizione fiscale con l'Amministrazione finanziaria.
Una modifica suggerita è quella di “portare da due a tre anni la riduzione dei termini di accertamento, anche a coloro che decidono di dotarsi volontariamente del Tax Control Framework certificato dal professionista, se si tiene conto che la riduzione di due anni di tali termini è attualmente già riconosciuta a coloro che tracciano le operazioni di importo superiore a 500 euro”.
Viene anche proposta una estensione della certificazione del Tax Control Framework per includere la conformità ai principi contabili, ma limitatamente alle imprese che non sono obbligate per legge alla revisione legale dei conti. Questo per evitare sovrapposizioni e conflitti di competenze nelle società che già dispongono di avanzati sistemi di controllo contabile e che sottopongono i loro bilanci a revisione.
Punteggio ISA | Aliquota Flat Tax |
---|---|
8-10 | 10% |
6-8 | 12% |
Inferiore a 6 | 15% |
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