Nel corso del meeting dei ministri dell'Economia e delle Finanze Ue, che si è tenuto il 6 ottobre a Lussemburgo, è stato siglato l'accordo politico avente ad oggetto una proposta della Commissione europea sullo scambio automatico di informazioni nel campo degli accordi concessi dai governi alle singole imprese (tax ruling).
A circa un anno dalla vicenda “Luxleaks”, che aveva evidenziato come il Lussemburgo avesse concesso accordi fiscali estremamente favorevoli (ruling) nei confronti di molte grandi imprese, i 28 componenti dell'Ecofin si sono trovati d'accordo nel puntare sulla trasparenza anche in questo ambito.
Finora, infatti, lo scambio automatico di informazioni circa i dati sui ruling tra i diversi Stati poteva avvenire solo in via facoltativa, qualora fosse ritenuto necessario dalla tax authority di un Paese fornire informazioni potenzialmente rilevanti alle autorità di un altro Stato.
Anche se di fatto possibile questo tipo di collaborazione tra gli Stati membri è restato però spesso inattuato, tanto che molte volte le singole amministrazioni finanziarie non venivano messe a conoscenza degli accordi fiscali che una impresa aveva stipulato in un altro Stato membro, con la conseguente sottrazione di base imponibile nel Paese di residenza.
In assenza di una vera trasparenza fiscale le grandi imprese erano così portate a canalizzare i loro business in paesi dalla tassazione inferiore, o per via di una corporate tax più favorevole o per effetto di accordi con l'Erario.
Dopo sette anni di trattative, i 28 dell'Ecofin sono ora giunti ad un accordo unanime grazie ad una serie di compromessi circa la retroattività della disposizione e le soglie di fatturato.
Inizialmente, la proposta prevedeva l'entrata in vigore dello scambio automatico di informazioni sul tax ruling a partire dal 2016 e con una retroattività di 10 anni. Nell'accordo finale, invece, è previsto che l'intesa entri in vigore dal 2017 e abbia una retroattività di cinque anni.
Dal 1° gennaio 2017, infatti, gli Stati membri dell'Ue dovranno condividere i dati riguardanti gli accordi preventivi che le imprese multinazionali possono stipulare con il fisco per fissare in anticipo il trattamento tributario da applicabile loro. Lo scambio di informazioni non interesserà le Pmi con fatturati fino a 40 milioni di euro.
Il pacchetto approvato dai Ministri prevede che gli accordi finalizzati, emendati o rinnovati tra il 1° gennaio 2013 e il 31 dicembre 2013 debbano essere resi noti se ancora validi il 1° gennaio 2014. Per gli gli accordi che sono stati finalizzati, emendati o rinnovati tra il 1° gennaio 2014 e il 31 dicembre 2016, lo scambio di informazioni deve avvenire anche se le intese non sono più valide
Da un portavoce dell'Ecofin si è appreso che i 28 Ministri dovevano trovare un'intesa tra chi era d’accordo per la retroattività e chi era contrario. Il compromesso raggiunto si allinea con le recenti regole dell’Ocse.
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