Tariffe TARI, nuova proroga a luglio con il decreto Coesione

Pubblicato il 18 luglio 2024

Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Legge 4 luglio 2024, n. 95, di conversione del Decreto legge 7 maggio 2024, n. 60, denominato 'Ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione'.

Tra le misure introdotte, si annovera l'estensione del credito d'imposta per investimenti nelle Zone Logistiche Semplificate (ZLS), ora estese anche a Marche e Umbria, con un budget di 80 milioni di euro per il 2024.

Inoltre, il decreto incentiva l'autoimpiego e l'imprenditorialità giovanile attraverso il programma 'Resto al Sud 2.0' e misure specifiche per il Centro-Nord, intercettando i giovani sotto i 35 anni in condizioni di vulnerabilità.

Importanti novità riguardano anche la TARI: il termine per l'approvazione dei Piani Economico-Finanziari e delle relative tariffe è stato posticipato al 20 luglio 2024, per dare più tempo alle amministrazioni rinnovate dalle recenti elezioni. Questa modifica, risultato di un emendamento durante la conversione in legge, mira ad una maggiore flessibilità nella gestione comunale, confermando le deliberazioni prese tra il 1° maggio e il 7 luglio 2024 come valide ed efficaci.

Delibere TARI, doppia proroga

Come detto, in seguito a un emendamento apportato al cosiddetto "Decreto Coesione", durante l’iter parlamentare di conversione in legge, il termine per l'approvazione dei Piani Economico-Finanziari (PEF) per la gestione dei rifiuti, nonché delle tariffe e regolamenti relativi alla TARI, è stato esteso fino al 20 luglio 2024.

Il termine originale, stabilito dall'articolo 3, comma 5-quinquies del Decreto legge n. 228/2021, era fissato al 30 aprile di ogni anno. Tuttavia, una prima proroga aveva già posticipato questa scadenza al 30 giugno 2024, come indicato dall'articolo 7 del DL n. 39/2024.

La recente estensione del termine, fortemente sollecitata dall'Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), è stata adottata per offrire più tempo alle nuove amministrazioni comunali, insediatesi a seguito delle elezioni amministrative del 8 e 9 giugno 2024.

La proroga per l'approvazione delle tariffe TARI, inoltre, si è resa necessaria anche a causa di serie inefficienze nel sistema di validazione dei Piani Economico-Finanziari (PEF) gestiti dalle autorità d'ambito. I continui ritardi nella validazione dei PEF, necessari per l'approvazione delle tariffe da parte dei Comuni, evidenziano le lacune del sistema. Ulteriormente, la situazione è aggravata dall'istituzione delle autorità d'ambito solo in alcune Regioni, creando disparità e problemi amministrativi. Questi ostacoli sottolineano l'urgente necessità di riformare il sistema per garantire una gestione più efficiente e equa della TARI.

Tariffe TARI, le novità per il 2024

Il Decreto Coesione, convertito in legge, ha apportato significative modifiche alla gestione delle tariffe TARI per il 2024, modificando l'articolo 3, comma 5-quinquies, del decreto-legge del 30 dicembre 2021, n. 228. La principale novità è la proroga del termine per i provvedimenti relativi alla TARI, originariamente fissato al 30 aprile di ogni anno, ora esteso al 20 luglio 2024, come specificato dall'articolo 15-ter introdotto durante la conversione.

Le rate di pagamento già stabilite dai regolamenti comunali restano invariate, e tutte le deliberazioni adottate tra il 1° maggio 2024 e il 7 luglio 2024 (data di entrata in vigore della legge di conversione) sono confermate come valide ed efficaci. Questo cambio permette una maggiore flessibilità per i comuni nel gestire le modifiche e le approvazioni dei piani finanziari dei servizi di gestione dei rifiuti urbani e delle relative tariffe.

Inoltre, l'articolo 15-ter abroga una precedente disposizione contenuta nell'articolo 7, comma 7-quater del decreto-legge 39/2024, allineando così le scadenze per l'approvazione degli atti alla nuova data di deliberazione del bilancio di previsione. Nel caso di modifiche o approvazioni dei provvedimenti relativi alla TARI dopo l'approvazione del bilancio di previsione, i comuni sono tenuti a implementare le necessarie modifiche alla prima variazione utile, garantendo così la coerenza e l'adeguamento normativo nel tempo.

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