La riforma dell’ordinamento penitenziario, contenuta nel testo da ultimo revisionato dal ministero della Giustizia e dal Governo, è stata definitivamente approvata dal Consiglio dei ministri.
Il via libera è stato dato nel corso della riunione del 27 settembre 2018, nell’ambito dell’approvazione di cinque decreti legislativi volti all’attuazione della delega contenuta nella Legge n. 103/2017 per la riforma del Codice penale, del Codice di procedura penale e dell’ordinamento penitenziario.
Le nuove misure riguardano, oltre l’ordinamento penitenziario, anche la disciplina del casellario giudiziale, quella delle spese di giustizia per le operazioni di intercettazione e l’esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni.
Per quanto riguarda l’ordinamento carcerario, l’intervento è suddiviso in due decreti, uno sull’assistenza sanitaria, sui procedimenti e la vita penitenziaria, l’altro sulla vita detentiva e sul lavoro dei carcerati.
Con il primo, sono introdotte disposizioni di modifica dell’attuale assetto relativo all’assistenza sanitaria nelle carceri, volte, altresì, alla semplificazione dei procedimenti per le decisioni di competenza del magistrato e del Tribunale di sorveglianza.
Nel testo, viene affermato, in generale, il diritto dei detenuti a ricevere prestazioni sanitarie tempestive e appropriate.
Il decreto legislativo su vita detentiva e lavoro è, invece, volto ad incrementare, per i detenuti, le opportunità di:
Altra finalità è quella del miglioramento della vita carceraria, attraverso misure a tutela del rispetto della dignità umana e di responsabilizzazione dei detenuti.
Il terzo decreto messo a punto adegua la normativa del casellario alle modifiche intervenute nella materia penale, anche processuale e nel diritto dell’Unione europea in materia di protezione dei dati personali.
L’ulteriore testo riguarda la liquidazione delle spese di intercettazione, con previsione di misure volte a velocizzare le operazioni di pagamento.
Viene sancito che la competenza ad emettere il decreto con il quale vengono liquidate le spese spetti al magistrato dell’ufficio del Pm che ha eseguito o richiesto le intercettazioni.
Per finire, l’ultimo decreto interviene revisionando l’ordinamento penitenziario per quanto riguarda le parti relative all’esecuzione della pena nei confronti dei condannati minorenni e dei giovani al di sotto dei 25 anni, con valorizzazione, rispetto a questi soggetti, delle istanze educative e di reinserimento sociale.
L’intervento si sostanzierebbe nella previsione di misure penali di comunità e di un modello penitenziario volto all’individualizzazione del trattamento, dove la detenzione verrebbe applicata solo nei casi in cui non è possibile contemperare le esigenze di sicurezza e sanzionatorie con quelle pedagogiche.
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