La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha analizzato le criticità della proposta di legge in materia di modalità di pagamento delle retribuzioni ai lavoratori.
Innanzitutto viene evidenziato che per quanto concerne il pagamento in contanti presso lo sportello bancario o postale, la norma va coordinata con la soglia limite al pagamento degli stipendi in contanti per i dipendenti del settore privato che è fissata in tremila euro.
Con riferimento, invece, all’obbligo datoriale di indicare, nella comunicazione obbligatoria, gli estremi dell’istituto bancario o dell’ufficio postale che provvede al pagamento della retribuzione nonché l’obbligo di comunicazione della modifica dell’Istituto di credito utilizzato, viene sottolineato che lo stesso sarebbe un ulteriore adempimento burocratico che mal si concilia col fatto che spesso i datori lavoro utilizzano più Istituti di credito contestualmente per pagare i dipendenti, il quale, per di più, sarebbe anche in contrasto con ogni regola di semplificazione.
Infine, l’approfondimento del 3 marzo 2017 sottolinea alcune incongruenze e lacune individuate:
nella non regolamentazione dei pagamenti relativi alle conciliazioni e transazioni sottoscritte nelle sedi protette;
nella circostanza che nella proposta di legge vengono menzionati i co.co.pro.: una fattispecie contrattuale è stata abrogata dal c.d. Testo Unico dei contratti.
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