Non è abuso dei mezzi di correzione apostrofare un alunno come “asino”
Pubblicato il 07 settembre 2010
Il Tribunale di Milano, con sentenza del 2 luglio 2010, ha prosciolto dall'accusa di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina un'insegnante che, davanti alla madre ad agli altri genitori ed alunni, si era rivolta nei confronti di uno studente definendolo “asino” e “bestia”.
Secondo il giudice meneghino, la condotta della docente non aveva configurato un abuso del mezzo di correzione lecito per come disciplinato dall'articolo 571 del Codice penale. Per contro, avrebbe potuto ravvisarsi la fattispecie dell'ingiuria, da escludere, però, per l'assenza di querela.