Legge Stabilità 2015, entra nel vivo il restyling

Pubblicato il 10 novembre 2014 Da questa settimana l’azione di restyling della legge di Stabilità per il 2015 dovrebbe entrare nel vivo. Sul testo della manovra sono stati presentati 3.700 emendamenti, che mirano a correggere alcuni capitoli chiave su cui il Governo ha già reso evidente l’intenzione della modifica. Per martedì, quindi, è attesa una prima scrematura degli emendamenti, mentre per giovedì l’avvio delle votazioni in commissione Bilancio della Camera.

Irap e sgravi contributivi

Oltre ai capitoli già indicati come destinatari dei ritocchi del Governo, quali la tassazione dei fondi pensione, il Tfr, la tassa comunale unica sugli immobili (local tax), la definizione della platea del bonus Irpef e del nuovo bonus bebè, dai vari gruppi parlamentari arriva, a gran voce, la richiesta di una revisione anche di altri temi caldi per il nostro Paese, quali: l’aumento della riduzione dell’Irap e degli sgravi contributivi legati alle assunzioni a tempo indeterminato.

Su quest’ultimo aspetto, la richiesta da parte della Commissione Lavoro non lascia dubbi: per quanto riguarda gli sconti per le nuove assunzioni, l’esenzione contributiva deve considerarsi collegata all’incremento occupazionale netto e non concessa, invece, alle imprese che hanno effettuato licenziamenti nei sei mesi precedenti l’assunzione. Sul punto, lo stesso ministro Poletti lascia intendere che sono aperti spazi di discussione.

Anche per ciò che riguarda l’Irap le indicazioni sono chiare. Questa volta è la Commissione Attività produttive a suggerire che di fronte alla decisione di non tagliare l’aliquota, così come previsto dal Governo con il decreto Irepf, occorre ora immaginare misure compensative come, per esempio, l’aumento della franchigia dell’Imposta sulle attività produttive per le Pmi.

Dalle varie forze parlamentari si nota un'apertura verso modifiche "qualitative" della manovra e anche verso correzioni che ne sottolineino la sua portata "espansiva", anche se però alcune richieste rischiano di non essere accolte.
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