La riforma dello Sport e del Terzo settore, tutte le novità e criticità

Pubblicato il 30 maggio 2023

Il Convegno che si è tenuto il 29 maggio 2023 sulla “Riforma dello Sport e del Terzo settore. Novità e criticità alla vigilia dell’entrata in vigore del D.lgs. 36/2021”, organizzato da Terzjus presso il Salone d’Onore del CONI, in collaborazione con il Cndcec, è stata l’occasione per i professionisti e i rappresentanti del Governo per ritornare sul tema della riforma del settore sportivo, che ancora potrebbe richiedere interventi legislativi sia correttivi che di coordinamento.

L’evento, che è stato aperto dal presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha toccato anche il tema dell’influenza reciproca tra riforma dello sport e riforma del Terzo settore, sottolineandone i punti di contatto e di distinzione. L’accento è stato posto soprattutto sullo stato di incertezza in cui centinaia di associazioni e società sportive dilettantistiche (Asd e Ssd) presenti in Italia si trovano attualmente a fare i conti.

Nello specifico, due sono state le questioni maggiormente dibattute:

  1. in primo luogo, le difficoltà collegate all'entrata in vigore della riforma dello sport dal prossimo mese di luglio con le conseguenze che potrebbe avere sulla disciplina del lavoro sportivo per le realtà dilettantistiche;
  2. in secondo luogo, la questione dell’Iva con il passaggio dall’attuale sistema di esclusione alle nuove ipotesi di esenzione che interessa il Terzo settore e le Asd ma non ricomprende, invece, le Ssd.

Ma, vediamo con ordine come sono andate le cose.

Riforma dello Sport: entrata in vigore a luglio 2023

Il prossimo 1° luglio 2023 entreranno in vigore tutte le restanti disposizioni contenute nel Decreto legislativo 28 febbraio 2021, n. 36, concernenti il riordino e la riforma in materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici ma, soprattutto, in tema di lavoro sportivo.

La Riforma dello Sport doveva diventare operativa il 1° gennaio, ma una parte è stata rinviata al 1° luglio 2023 con il Decreto Milleproroghe (Dl n. 198 del 29 dicembre 2022, convertito con modifiche dalla Legge n. 14 del 24 febbraio 2023), tra cui quella relativa alla disciplina civilistica degli enti sportivi dilettantistici e professionistici e al lavoro sportivo.

La prima novità della riforma riguarda i compensi sportivi dilettantistici, che non esisteranno più.

Le collaborazioni, infatti, potranno assumere due forme: lavoro sportivo o volontariato puro

Ad essere coinvolti sono vari soggetti: atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi e preparatori atletici.

Costoro assumono la qualifica di lavoratore sportivo ai sensi dell’articolo 25 del Decreto.

Pertanto, è un lavoratore sportivo ogni tesserato che svolge verso un corrispettivo le mansioni rientranti tra quelle necessarie per lo svolgimento di attività sportiva, con esclusione delle mansioni di carattere amministrativo-gestionale.

Il lavoratore sportivo eserciterà, quindi, l’attività sportiva senza alcuna distinzione di genere, indipendentemente dal settore professionistico o dilettantistico.

NOTA BENE: A seconda delle caratteristiche con cui si sviluppa il rapporto di lavoro, l’attività prestata potrà essere ricondotta al lavoro subordinato, al lavoro autonomo ovvero ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa di cui all’art. 409, Cod. Proc. Civile.

La normativa fa, poi, un distinguo importante tra professionismo e dilettantismo.

Nei settori professionistici, il lavoro sportivo prestato dagli atleti come attività principale o prevalente, ed in via continuativa, si presume oggetto di contratto di lavoro subordinato, salvo la riconduzione al lavoro autonomo.

Nell’area del dilettantismo, il rapporto di lavoro sportivo è, invece, disciplinato dall’art. 28, in base al quale la prestazione resa dal lavoratore sportivo si presume oggetto di contratto di lavoro autonomo, nella forma di collaborazione coordinata e continuativa, al ricorrere di determinati requisiti nei confronti del medesimo committente.

Operatività della Riforma dello Sport e novità per le realtà dilettantistiche

Come anticipato, una delle principali criticità legate all’entrata in vigore di tutte le disposizioni riguardanti la riforma dello sport è che proprio la nuova disciplina del lavoro sportivo, nella sua attuale formulazione, potrebbe rendere molto complicata l’operatività delle realtà dilettantistiche.

Tali realtà vengono inserite in una categoria specifica del settore sportivo.

Infatti, la nuova riforma concede finalmente l’iscrizione al Registro delle attività sportive dilettantistiche alle cooperative e agli Enti iscritti al Registro Unico Nazionale del Terzo settore (RUNTS), nel caso in cui esercitino come attività di interesse generale l’organizzazione e la gestione di attività sportive dilettantistiche.

Inoltre, la riforma del lavoro sportivo estende la facoltà di auto destinazione degli utili per società e associazioni dilettantistiche.

Da tutto ciò potrebbero emergere alcune difficoltà che dovranno affrontare gli enti sportivi che, dal prossimo mese di luglio, si troveranno a dover modificare l’inquadramento degli attuali rapporti intrattenuti con le diverse figure e professionalità, per rientrare nell’ambito delle nuove figure professionali disciplinate dalla normativa.

NOTA BENE: È stata confermata l’adozione di un ulteriore decreto correttivo con l’obiettivo di correggere quelle previsioni che potrebbero risultare di difficile applicazione per gli enti sportivi dilettantistici

Terzo settore e sport, trattativa con la Ue per rinviare l’Iva esente

Un’altra criticità che potrebbe derivare dall’entrata in vigore definitiva della riforma in oggetto è legata alla questione dell’Iva per le Ssd.

Dal 1° gennaio 2024, infatti, per il Terzo settore e per le associazioni sportive dilettantistiche tutte le attività che ora sono "fuori campo Iva" diventeranno "esenti" dal tributo per evitare una procedura di infrazione (il rinvio di due anni è previsto dalla Legge di Bilancio 2022).

ATTENZIONE: Ciò significa che anche le realtà più piccole saranno soggette ad adempimenti amministrativi, come per esempio l’apertura di una partita Iva.

Nel corso del Convegno di ieri, quindi, è intervenuto il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, per rassicurare su questo fronte soprattutto le realtà dilettantistiche, comunicando di aver l’intenzione di richiedere alla Ue una proroga della scadenza del 1° gennaio.

Infatti, il passaggio dall’attuale sistema di esclusione alle nuove ipotesi di esenzione interessa il Terzo settore e le Asd ma non ricomprende, senza capirne il motivo, le Ssd che dal 1° gennaio vedrebbero diventare imponibili gli incassi.

Su questo fronte è arrivata, quindi, la rassicurazione del viceministro Leo, che è impegnato anche nella procedura di autorizzazione europea per la nuova tassazione diretta per il Terzo settore.

Dal Cndcec un pacchetto di proposte emendative

Al convegno “Riforma dello Sport e del Terzo settore”, come detto ha partecipato anche il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti, che è fortemente impegnato a monitorare i progressi e le evoluzioni della Riforma, così da ricercare soluzioni tecniche ed operative in grado di supportare al meglio l'attività degli iscritti e, contestualmente, degli enti che operano in tali ambiti.

E’ volontà del Consiglio nazionale co-operare con i soggetti istituzionali, professionali e scientifici per identificare preliminarmente eventuali criticità e sviluppare percorsi interpretativi generalmente condivisi.

Il Cndcec ha, infatti, come obiettivo principale quello di proporre alcuni accorgimenti all’attuale disposto normativo, soprattutto per semplificare le cose per gli enti sportivi dilettantistici.

A tal fine, ha elaborato un pacchetto di proposte emendative, affinché il legislatore possa prendere atto dei miglioramenti che potrebbero realizzarsi con un limitato intervento normativo.

David Moro, consigliere nazionale dei commercialisti co-delegato al Terzo settore e presente al convegno di ieri, ha osservato che la gestione degli enti sportivi dilettantistici deve essere quanto possibile semplificata anche alla luce del fatto che molto spesso le organizzazioni basano la loro esistenza sulla presenza e sull’attività di volontari”.

Occorre, ha proseguito, monitorare il funzionamento e il coordinamento delle disposizioni contenute nella Riforma con le altre norme vigenti, onde evitare un corto circuito che complicherebbe l’attività svolta da un comparto che è fondamentale per il benessere sociale dei nostri ragazzi”.

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