Le associazioni dei giudici di pace UNAGIPA e ANGDP hanno proclamato un’imminente astensione dalle udienze civili e penali.
La notizia dello sciopero è stata diffusa con comunicato congiunto del 3 giugno 2019, dove i giudici di pace prendono atto del vano esperimento della procedura di raffreddamento, annunciata con lettera del 28 maggio 2019.
L’iniziativa di protesta, da quanto si apprende, si terrà nei giorni dall’8 al 12 luglio 2019.
Le due associazioni lamentano, in particolare, come le legittime istanze di categoria, in materia di riforma della magistratura onoraria, non abbiano trovato concreto ed effettivo riscontro da parte del Governo e del ministro della Giustizia.
Le stesse - si legge nel comunicato - non ritengono soddisfacente nemmeno la recente approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, dello schema del disegno di legge di modifica della c.d. riforma Orlando.
Secondo le scriventi associazioni, infatti, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede (che, si rammenta, proprio nei giorni scorsi era intervenuto, sul tema, nel corso di un question time alla Camera) e il CdM non avrebbero, evidentemente, recepito il chiaro e inequivocabile input contenuto al punto n. 12 del contratto di governo che prevede “…la completa modifica della recente riforma Orlando…”.
Dal contenuto del provvedimento da ultimo approvato - precisano i giudici di pace - “non solo non si evince alcuna completa modifica della legge Orlando, ma sono state anche disattese le proposte di legge e gran parte delle indicazioni fornite dai Giudici di pace e dalla magistratura onoraria, d’intesa con la ANM e con quella di ruolo, nell’ambito del tavolo tecnico e politico che si era riunito al Ministero il 7 marzo su invito dello stesso Guardasigilli”.
In particolare, viene evidenziato come, ai fini previdenziali, né la riforma Orlando, né la modifica ora preannunciata stabiliscano alcunché per i giudici di pace e per gli altri magistrati onorari: la previdenza rimane tutta a carico loro.
UNAGIPA e ANGDP evidenziano, altresì, una crescente preoccupazione in ordine al mancato superamento, da parte dell’Italia, del rischio della procedura di infrazione comunitaria, per quanto riguarda le misure per uniformarsi al diritto dell’Unione in tema di lavoro.
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