Dal Ministero Guida su Facebook

Pubblicato il 04 novembre 2016

Pensa prima di condividere

 “Pensa prima di condividere. E’ il titolo della Guida interattiva per un utilizzo più consapevole dei social network, predisposta da Facebook in collaborazione con il Dipartimento per la giustizia minorile, con il Ministero della giustizia e con l’Istituto di formazione in criminologia (Ifos).

La Guida è stata presentata il 3 novembre 2016 dal Ministro della giustizia Andrea Orlando e dai rappresentanti di Facebook Italia, pubblicata lo stesso giorno nel sito del Ministero della Giustizia e di prossima divulgazione presso tutte le scuole.

Attenzione Post parlano di noi

La stessa contiene avvertimenti semplici, pensati specificamente per ragazzi ma validi per tutti, partendo dalla considerazione che i post ed, in genere, tutto ciò che condividiamo sui social, vanno a costituire la nostra identità virtuale, andando a riferire qualcosa su di noi, sui nostri valori, sui nostri modi di pensare, sulla nostra personalità/carattere.

Anche se nella maggior parte dei casi condividere è positivo, se tuttavia non lo si fa in modo corretto, si rischia di ferire sé stessi e gli altri, poiché quanto si condivide non giunge solo agli amici ma anche ad altri. Ecco perché – esordisce la Guida – è molto importante riflettere prima di condividere.

Di seguito, alcuni fondamentali accorgimenti, quali ad esempio: non condividere password; controllare le impostazioni sulla privacy; controllare lo strumento di selezione del pubblico quando si posta qualcosa; utilizzare lo strumento di segnalazione sociale.  

Regole condivise Più responsabilità per gestori

Sebbene la presente Guida sia di indubbia rilevanza sotto il profilo della prevenzione e dell’educazione on line, il Guardasigilli auspica che gli stessi gestori di piattaforme e social network si assumano maggiori responsabilità, soprattutto nel contrasto alla propaganda dell'odio, rimuovendo direttamente i contenuti indesiderati.

Orlando punta altresì il dito sul fatto che i Paesi europei al loro interno – e nei confronti degli Usa – siano ancora ben lontani dal condividere regole efficaci per disciplinare lo spazio virtuale globale.  

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