Controlli sui pc dei dipendenti? Solo con dignità e correttezza

Pubblicato il 15 febbraio 2013 Il Garante per la protezione dei dati personali, con provvedimento n. 307 del 18 ottobre 2012, analizza il ricorso presentato da un lavoratore che, dopo aver ricevuto una contestazione disciplinare, è stato licenziato senza preavviso a causa di una verifica effettuata sul pc datogli in dotazione dalla società, dal quale sarebbe emersa "un'attività in palese concorrenza con l'azienda" stessa.

Il Garante a tutela della privacy del dipendente ha accolto il ricorso, stabilendo che la società non può utilizzare quei dati per licenziare il dipendente, in quanto illecitamente acquisiti dal datore di lavoro durante l’esecuzione delle operazioni di back up del portatile del dipendente. Infatti, le informazioni erano state indebitamente ottenute, attraverso la verifica del contenuto di files aventi carattere personale ("raggruppati in cartelle a nome "mio" e personale XY"): il tutto in violazione dei principi di liceità e correttezza.

Pertanto, dato che l’azienda non ha provveduto in anticipo a comunicare al lavoratore le modalità con cui “il datore di lavoro avrebbe potuto controllare il portatile concessogli in uso", si è commessa una violazione del diritto di privacy.

Con provvedimento n. 25 del 24 gennaio 2013, invece, il Garante ha imposto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di aggiornare sul sito internet il “portale dell’automobilista”.

In altri termini, il Ministero viene chiamato a predisporre un estratto conto dettagliato dei punti patente, in cui indicare tutti i movimenti in più e in meno dei suddetti punti e non soltanto il saldo finale. Analoga cautela viene richiesta per l’invio tempestivo agli automobilisti degli estratti conti cronologici.

Si ricorda che l'uso delle informazioni relative ai punti patente costituisce un trattamento di dati personali, soggetto al codice della privacy, che richiede in quanto tale esattezza e puntualità.
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