Entro ferragosto, se il Ministero dell’Interno fornirà in tempo i previsti formulari, potranno già essere celebrate e trascritte le prime unioni civili. E sono centinaia le coppie in lista di attesa.
E’ quanto reso noto dal Consiglio di Stato, mediante dettagliato parere con cui ha dato il via libera alla Legge c.d. Cirinnà (Legge n. 76/2016 recante la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e la disciplina delle convivenze di fatto, in vigore dal 5 giungo 2016), ora in attesa delle norme attuative.
Il parere in questione, in particolare, spazza via ogni dubbio circa l’obiezione di coscienza, non contemplata nella Legge 76/2016, la quale si limita ad affidare agli ufficiali di stato civile (non solo ai sindaci) la celebrazione e trascrizione delle suddette unioni.
Ma gli stessi sindaci, per convinzioni etiche o religiose, ben potrebbero opporsi alla trascrizione ed, in tal caso, delegare la procedura – specifica il parere – ad una vasta platea di soggetti (consiglieri, assessori). E per colui che si rifiuta di delegare, potrebbe scattare una denuncia per omissione di atti d’ufficio.
Il Consiglio di Stato punta poi il dito sulla previsione della norma in esame che contempla la presenza di ben quattro testimoni, nell'ipotesi in cui l’ufficiale di stato civile debba ricevere la dichiarazione costitutiva dell’unione civile nel luogo ove si trovi la persona impedita a recarsi nella casa comunale per infermità o altro comprovato impedimento. Trattasi infatti – specifica – di previsione illegittima e determinante un ingiustificato aggravamento per le parti, posto che è la stessa legge ad indicare, in tale ipotesi, la presenza di soli due testimoni.
Condivisibile invece – conclude il Consiglio di Stato con parere n. 1695 del 21 luglio 2016 – la scelta di costituire presso ciascun comune, il registro provvisorio delle unioni civili; adempimento indispensabile, sul piano amministrativo, per la piena operatività della riforma.
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