Assonime sull'abuso di diritto che scaturisce da scissioni e conferimenti d'azienda

Pubblicato il 04 agosto 2017

Assonime ha pubblicato, in data 3 agosto 2017, la circolare n. 20 con la quale vengono commentati i recenti orientamenti espressi dall'Agenzia delle Entrate in materia di abuso di diritto (art. 10 bis della legge n. 212 del 2000), che sono stati raccolti nelle risoluzioni n. 97/E, n. 98/E e n. 99/E, riguardanti alcune operazioni di scissione e di conferimento di azienda.

Le risoluzioni dell'Agenzia sull'abuso di diritto

Nel mese di luglio l'Amministrazione finanziaria ha pubblicato tre risoluzioni aventi ad oggetto l'analisi di fattispecie legate alla norma sulle assegnazioni agevolate, soffermandosi nello specifico su ipotesi nelle quali sorgeva il problema di un possibile uso distorto della norma di cui all'articolo 10 bis dello Statuto del Contribuente, che poteva sconfinare nella fattispecie dell'abuso del diritto.

In particolare, nei tre documenti di prassi, l'Agenzia ha esaminato differenti casi di scissione societaria soffermandosi sulle problematiche connesse all'imposizione diretta e indiretta (in particolare per ciò che concerne l'imposta di registro). Nel rispondere alle diverse istanze di interpello, l'Agenzia ha escluso problematiche di abuso nel comparto delle imposte sui redditi, mentre non ha preso posizioni riguardo l'imposta di registro, rinviando per il caso di specie anche a recenti orientamenti giurisprudenziali sul tema.

Posizione di Assonime sulle operazioni di riorganizzazione aziendale

Nella circolare n. 20 del 3 agosto 2017, Assonime si sofferma soprattutto sugli aspetti connessi all'imposizione diretta e all'imposta di registro delle operazioni di riorganizzazione aziendale.

L'Associazione, partendo dall'analisi delle tre risoluzioni, sottolinea come finalmente l'Amministrazione finanziaria abbia superato il precedente orientamento e sia arrivata alla conclusione – condivisa da Assonime – che la scissione che ha per oggetto singoli beni seguita dalla cessione delle partecipazioni non risulta elusiva.

Fino a poco tempo fa, invece, era opinione prevalente del Fisco che la sequenza negoziale scissione-cessione della partecipazioni avesse carattere elusivo, a meno che non venissero dimostrate quelle che venivano definite come “non meglio precisate valide ragioni economiche”.

Assonime, quindi, condivide la soluzione dell'Agenzia delle Entrate - con particolare riferimento al comparto delle imposte sui redditi - di considerare legittime le operazioni in questione; mentre rimane perplessa sulle conclusioni raggiunte dall'Agenzia in materia di imposta di registro.

Il rinvio fatto dall'Agenzia all'articolo 20 del Dpr n. 131 del 1986 come una sorta di norma "speciale" che esula dal principio dell'abuso del diritto ma che consente, comunque, la riqualificazione delle operazioni, non sembra condivisibile. Anche il fatto che si sia fatto esplicito richiamo ad orientamenti giurisprudenziali per supportare la propria posizione, secondo Assonime, sembrerebbe non adattarsi bene al caso degli interpelli in oggetto.

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