Terminato l’iter parlamentare di conversione in legge del Decreto Aiuti quater.
Il 12 gennaio, alla Camera c’è stato il voto finale sul Ddl di conversione del Decreto 176/2022, che ha incassato 164 sì, 127 no e 3 astensioni.
Il testo approvato definitivamente è identico a quello licenziato dal Senato nella seduta di mercoledì 21 dicembre 2022.
Il provvedimento stanzia circa nove miliardi in favore di imprese e famiglie per il contenimento del caro-energia; dà il via libera definitivo alla riduzione dal 110% al 90%, tranne che per alcune eccezioni, dell’aliquota del Superbonus; proroga i termini per la compensazione dei crediti di imposta per l’acquisto di energia elettrica e gas relativi al terzo e al quarto trimestre del 2022.
Per avere un quadro dei vari passaggi parlamentari, si ricorda che nella giornata dell’11 gennaio il Governo, con 205 voti a favore, 141 contrari e 4 astensioni, aveva ottenuto alla Camera la fiducia posta sul decreto legge recante "misure urgenti di sostegno nel settore energetico e di finanza pubblica".
Il Ddl di conversione proroga fino al 31 dicembre 2022 le misure a favore di famiglie e imprese per fronteggiare il caro energia, molte delle quali sono state ricomprese nella Legge di bilancio per i primi tre mesi del 2023.
In particolare, vengono confermate le misure dell’art. 3 del Decreto legge, per cui le imprese con utenze collocate in Italia a loro intestate potranno richiedere ai fornitori di rateizzare la differenza tra gli importi dovuti per la componente energetica di elettricità e gas naturale utilizzato per usi diversi dagli usi termoelettrici per i consumi effettuati dal 1° ottobre 2022 al 31 marzo 2023 (e fatturati entro il 30 settembre 2023) e l’importo medio contabilizzato, a parità di consumo, nel 2021.
Non riproposto, invece, lo sconto sulle accise dei carburanti, mentre è passata la cosiddetta norma “sblocca trivelle” che amplia la possibilità di coltivazione di giacimenti di gas a mare.
La mancanza di risorse necessarie per concedere proroghe o allentare i requisiti molto stringenti previsti per riformulare il Superbonus al 110% ha fatto sì che l’impianto immaginato dal Governo nella prima versione del provvedimento restasse intatto.
Pertanto, è passata la rimodulazione del Superbonus edilizio che dal 110% scende al 90% per le spese sostenute a partire dal primo gennaio e per tutto il 2023 dai condomini. Successivamente, la detrazione scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.
Come previsto dalla Legge di Bilancio 2023, però, resta la percentuale del 110% anche per i condomìni che abbiano approvato una delibera sui lavori entro il 18 novembre 2022, presentando la Cilas entro fine 2022, e per i condomìni che abbiano approvato la delibera tra il 19 e il 24 novembre 2022, presentando la Cilas entro il 25 novembre.
Per le villette unifamiliari, il Superbonus al 110% resta in vigore fino al 31 marzo 2023 purchè abbiano completato il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022.
In generale, invece, per le unifamiliari, villette e unità autonome viene confermato il Superbonus al 90%, ma solo per quest’anno e solo a condizione che siano rispettati tre vincoli:
NOTA BENE: L'agevolazione con aliquota al 110% viene riconosciuta fino al 2025 ai soggetti del Terzo settore che esercitano servizi socio-sanitari e assistenziali e i cui membri del consiglio di amministrazione non percepiscono alcun compenso.
Per quanto riguarda, inoltre, i cambiamenti approvati sul fronte della cessione dei crediti è passata una previsione già presente nella prima versione del decreto: per i soli interventi di Superbonus, i crediti di imposta comunicati entro il 31 ottobre 2022 possono essere recuperati in dieci anni e non più in quattro o cinque.
Presente anche il modello della garanzia Sace; pertanto, le imprese di costruzioni che hanno realizzato interventi legati al Superbonus possono ottenere liquidità con garanzia Sace, controgarantita dallo Stato e tali finanziamenti serviranno a supportare le aziende in crisi perché non sono riuscite a monetizzare i crediti fiscali legati al 110%.
Infine, come noto, è stato ampliato il numero di passaggi possibili: adesso le cessioni passano da quattro a cinque. Questa cessione extra riguarderà, però, solo i passaggi verso banche, società di gruppi bancari, intermediari finanziari, assicurazioni.
Tra le altre misure del decreto che ha ottenuto la fiducia alla Camera figurano anche:
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