E’ stato accolto dalla Corte di cassazione il ricorso promosso dal procuratore della repubblica presso il tribunale di Venezia contro la decisione con cui i giudici di merito avevano disposto l’attenuazione della misure cautelare originariamente disposta a carico di due legali, accusati di concorso in diversi episodi di turbativa d’asta.
La Suprema corte ha in particolare censurato il passaggio dagli arresti domiciliari all’obbligo di firma dei due imputati, ritenendo indubbiamente fondate le doglianze della Procura per quanto riguarda il ruolo dei due avvocati nelle azioni di turbativa.
Ruolo che non poteva certamente definirsi come meramente esecutivo nella commissione dei reati bensì assolutamente necessario alla riuscita delle operazioni medesime.
E’ quanto si apprende dalla lettura della sentenza della Sesta sezione penale della Cassazione n. 26638 depositata il 27 giugno 2016.
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