Tariffe dal punto di vista europeo

Pubblicato il 13 aprile 2010
Il dibattito sulle tariffe inderogabili per i liberi professionisti, alla luce dell'annunciata riforma delle professioni, è quanto mai acceso. Mentre, da una parte, il ministro Alfano spinge per il ritorno delle tariffe minime, dall'altra, l'Antitrust, ritiene questa scelta come un passo indietro rispetto ai principi di libera concorrenza.

A livello europeo, la Commissione ha sempre parteggiato per la massima libertà di concorrenza e l'eliminazione, quindi, di ogni relativa restrizione; il Parlamento e la Corte di giustizia Ue, per contro, si sono manifestate come maggiormente attente al rispetto dei regimi nazionali. In particolare, la Corte di giustizia, con sentenza del 5 dicembre 2006 sulle cause C-94/04 e C-202/04 aveva già valutato la non contrarietà del sistema tariffario vigente in Italia – e ciò prima della liberalizzazione operata dalla Legge Bersani – rispetto alle regole di concorrenza europee.

Per contro, la Commissione ha avviato una procedura d'infrazione contro l'Italia in vista dell'obbligo, sancito per gli avvocati che esercitano in Italia, di rispettare le tariffe massime, calcolate secondo un sistema che provocherebbe – a detta dell'Organo europeo - “una perdita di competitività da parte di avvocati stabiliti all'estero perché li priva di efficaci tecniche di penetrazione sul mercato legale italiano”.
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