Superbonus, riduzione e novità per unifamiliari

Pubblicato il 14 novembre 2022

Approvato dal nuovo Governo il quarto decreto per aiutare imprese e famiglie alle prese con il caro bollette. Nella seduta del 10 novembre scorso, però, vi è stata anche la stretta in vari ambiti sul Superbonus 110%, stretta dovuta al fatto che l’agevolazione, per vari motivi, ha avuto un peso sulle casse statali per circa 60 miliardi, con un buco rispetto alla previsione iniziale di 38 miliardi. Se l’iniziativa, quando è stata introdotta, è servita per rimettere in moto l’economia nel settore edilizio, con il passare del tempo ha dato luogo a delle distorsioni che hanno pesato sul mercato.

In attesa della pubblicazione ufficiale del testo del decreto Aiuti-quater, vediamo i punti principali della nuova disciplina.

Superbonus: come cambia

A partire dall’entrata in vigore del decreto Aiuti quater i lavori che rientrano nel Superbonus saranno agevolati al 90% e non più al 110%.

Per quanto riguarda, appunto, la detrazione del 110%, fruibile per tutto il 2023, sono stati apposti dei limiti stringenti:

Dunque, chi ha già ipotizzato di avvalersi del Superbonus per i lavori degli stabili e sta ultimando le pratiche necessarie, deve accelerare visti i tempi stretti introdotti dal nuovo decreto governativo.

Si ricorda che, come precedentemente stabilito, il Superbonus subirà una discesa nei prossimi anni: nel 2014 sarà del 70% e nel 2025 del 65%.

Coloro che non terminano tali adempimenti nei termini fissati, potranno beneficiare dell’aiuto del Superbonus diminuito al 90%.

Novità per le unifamiliari

Tale riduzione, ha spiegato il Ministro Mef Giorgetti, consente un risparmio in 10 anni di 4,5 miliardi. Parte di tali risorse andranno a beneficio dei proprietari di villette che potranno avvalersi del 110% fino al 31 marzo 2023 (per le disposizioni precedenti terminava il 31/12/2022) a patto di aver concluso il 30% dei lavori entro il 30 settembre scorso.

Non solo, è prevista la riapertura alle unifamiliari del bonus al 90% per il 2023: qui, però, sono stati posti dei paletti.

NOTA BENE: Ossia deve trattarsi di prima casa e il contribuente deve disporre di redditi medio bassi. Il riferimento è non solo all’ISEE ma anche al quoziente familiare.

Dunque, rimango escluse le seconde case e il reddito non dovrà essere superiore ai 15mila euro, determinati in base al quoziente familiare. Il reddito familiare va trovato dividendo i guadagni complessivi della famiglia per un denominatore proporzionale al numero di componenti.

Secondo quanto spiegato dal Governo, il denominatore sarà:

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