E’ stato prorogato il meccanismo dello split payment, in scadenza il 30 giugno 2020: il regime Iva della scissione dei pagamenti resterà in vigore fino al 30 giugno 2023 e non fino al 31 dicembre dello stesso anno, come richiesto.
Tutti i fornitori della PA, quindi, hanno tempo per adeguare i propri sistemi di fatturazione e, nel frattempo, possono continuare a fatturare utilizzando il meccanismo della scissione dei pagamenti senza incorrere nel rischio di evasione dell’Iva.
L’esecutivo di Bruxelles, con la comunicazione COM (2020) 242 del 22 giugno, ha espresso il suo parere favorevole al prolungamento del meccanismo speciale temporaneo previsto dall'art. 17-ter del Dpr n. 633/72, anche se però, di fatto, ha limitato l’entità della proroga di sei mesi.
A questo punto, anche se l'autorizzazione dal Consiglio Ue non dovesse arrivare esattamente entro il 30 giugno, termine di scadenza della precedente normativa di carattere temporaneo (decisione UE 2017/784 del Consiglio del 25 aprile 2017), non potrebbe essere avviata alcuna procedura di infrazione da parte della Commissione Ue nei confronti del nostro Paese, dal momento che la proposta legislativa che renderebbe legittima l'emissione della fattura in split payment è pendente dinanzi al Consiglio Ue.
Il meccanismo della scissione dei pagamenti fa parte di un pacchetto di misure introdotte dall'Italia per contrastare la frode e l'evasione fiscale.
Trattandosi di una misura in deroga alle regole ordinarie dell'Iva (articoli 206 e 226 della direttiva 2006/112/CE), essa ha però carattere temporaneo.
Inizialmente è stata concessa una deroga all’Italia per cercare di far fronte alle numerose frodi in materia di Iva in relazione alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi alle pubbliche amministrazioni. Così nel 2014 è stato chiesto che, per le forniture alle pubbliche amministrazioni, l'Iva dovuta non fosse più versata al fornitore, ma su un apposito conto bancario bloccato dell'Amministrazione fiscale.
Successivamente è stata richiesta una proroga di tale meccanismo e, da ultimo, con la lettera del 27 marzo 2020, è stato chiesto che tale misura venisse estesa non solo alle cessioni di beni/prestazioni di servizi nei confronti delle sole società controllate dalle pubbliche amministrazioni centrali e locali, ma anche nei confronti delle società quotate incluse nell'indice Ftse Mib.
Con l’entrata in vigore in Italia delle altre misure antifrode, quali l'obbligo della fatturazione elettronica e l'obbligo di trasmissione telematica dei corrispettivi all'Agenzia delle entrate, si sarebbe dovuto però porre fine alla necessità di ulteriori deroghe alla Direttiva Iva.
Tuttavia, tenendo conto delle difficoltà connesse all'adeguamento dei sistemi e delle modalità di fatturazione che i soggetti passivi e le amministrazioni fiscali dovrebbero affrontare in questo momento difficile causato dall’emergenza Coronavirus, le autorità italiane ritengono che questo non sia il momento opportuno per eliminare completamente il meccanismo della scissione dei pagamenti.
La Commissione Ue, con il suo permesso alla proroga dello split payment in scadenza il 30 giugno prossimo, sembra essere d’accordo sul fatto di concedere più tempo all’Italia per effettuare una valutazione completa dell'efficacia delle misure attuate al fine di ridurre l'evasione fiscale nei settori interessati.
Tale rinnovo dello split payment dal 1° luglio 2020 fino al 30 giugno 2023, tuttavia, non esonera il nostro Paese da un attento monitoraggio e dall'impegno a trasmettere alla Commissione Ue una relazione sulla situazione generale dei rimborsi Iva ai soggetti passivi in split payment.
Con la comunicazione COM (2020) 243, inviata il 22 giugno scorso al Consiglio, la Commissione Ue, invece, si è dichiarata contraria alla richiesta del Governo italiano di estendere il meccanismo dell’inversione contabile dell’Iva alle forniture di manodopera a domicilio (c.d. reverse charge).
La Commissione ha, infatti, osservato che all'Italia sono state già rilasciate due misure di carattere generale per contrastare le frodi Iva: lo split payment sulle forniture alla PA e l'obbligo generalizzato di fatturazione elettronica. Un'ulteriore deroga quale quella richiesta per le forniture di manodopera, secondo la Commissione, aggraverebbe la disarmonia tra il sistema dell'Iva italiano e quello dell’Unione europea.
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