L'Unione Europea si avvia verso una disciplina comunitaria del diritto alla disconnessione digitale per i lavoratori. Lo scorso 21 gennaio, infatti, il Parlamento UE ha approvato la Risoluzione contenente le raccomandazioni alla Commissione UE sul diritto alla disconnessione, corredata da una proposta di direttiva.
La proposta di direttiva fa tesoro dei risultati delle recenti ricerche condotte da Eurofound che hanno rilevato come le persone che lavorano abitualmente da casa hanno più del doppio delle probabilità di lavorare oltre l’orario massimo lavorativo (48 ore settimanali) e di riposare meno delle 11 ore richieste fra un giorno lavorativo e l'altro. Inoltre, complici le misure restrittive dettate durante la crisi della COVID-19, nell'Unione europea il 37% in più di lavoratori hanno cominciato a lavorare da casa durante il lockdown.
La nuova direttiva ha l'obiettivo di stabilire prescrizioni minime sul diritto dei lavoratori alla disconnessione, consentendo agli Stati membri di introdurre o mantenere disposizioni più favorevoli in ambito nazionale.
Essa si applica a tutti i settori, sia pubblici che privati, e a tutti i lavoratori, indipendentemente dal loro status e dalle loro modalità di lavoro.
Il diritto alla disconnessione consente ai lavoratori di astenersi dallo svolgere mansioni, attività e comunicazioni elettroniche lavorative, come telefonate, email e altri messaggi, al di fuori del loro orario di lavoro, compresi i periodi di riposo, i giorni festivi ufficiali e annuali, i congedi di maternità, paternità e parentali nonché altri tipi di congedo.
Ai lavoratori vanno garantiti una certa autonomia e flessibilità nella gestione del tempo e va consentito di organizzare l'orario di lavoro in base alle responsabilità personali, in particolare per l'assistenza ai figli o ai familiari malati.
La nuova direttiva parte da due importanti definizioni. Si definisce:
I datori di lavoro non possono imporre ai lavoratori di essere direttamente o indirettamente disponibili o raggiungibili al di fuori dell'orario di lavoro e i lavoratori a loro volta devono astenersi dal contattare i colleghi a scopi lavorativi al di fuori dell'orario di lavoro concordato.
I datori di lavoro devono prendere i provvedimenti necessari per fornire ai lavoratori i mezzi per esercitare il diritto alla disconnessione fornendo loro informazioni sufficienti, compresa una dichiarazione scritta, sul diritto alla disconnessione, nella quale vanno indicate almeno le modalità pratiche per scollegarsi dagli strumenti digitali a scopi lavorativi, gli eventuali strumenti di monitoraggio o controllo connessi al lavoro, le modalità di registrazione dell'orario di lavoro, la valutazione del datore di lavoro sulla salute e la sicurezza, le misure di tutela dei lavoratori da trattamenti sfavorevoli e le misure di attuazione del diritto di ricorso dei lavoratori.
Eventuali deroghe sono consentite solo in caso di forza maggiore o di altre emergenze e vanno motivate al lavoratore, che sarà ricompensato per il lavoro svolto al di fuori dell'orario di lavoro.
Tutte le attività di apprendimento e formazione professionali a distanza devono essere considerate attività lavorative.
Viene poi sottolineata l'importanza delle parti sociali nel garantire l'applicazione del diritto alla disconnessione.
Gli Stati membri devono assicurare ai lavoratori la possibilità di esercitare efficacemente il loro diritto alla disconnessione, anche mediante un accordo collettivo.
Gli Stati membri devono far in modo che i datori di lavoro proteggano i lavoratori, compresi i rappresentanti dei lavoratori, da qualsiasi trattamento sfavorevole e da qualsiasi conseguenza sfavorevole derivante da un reclamo presentato al datore di lavoro o da un procedimento promosso per garantire il rispetto del diritto alla disconnessione.
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