Rottamazione Equitalia Domande in aumento

Pubblicato il 20 gennaio 2017

Il viceministro dell'Economia e delle Finanze, Luigi Casero, nella giornata del 19 gennaio 2017, ha risposto ad alcune interrogazioni parlamentari in Commissione VI della Camera, su vari temi: dalla rottamazione delle cartelle di Equitalia e l'addio allo stesso Ente pubblico di riscossione, al tema della cessione a titolo oneroso di un terreno fabbricabile e alle nuove regole in materia di controllate estere.

Rottamazione Equitalia boom di domande

Nei primi giorni del 2017, gli uffici di Equitalia hanno registrato una vera e propria impennata (circa il 50%) delle domande di rottamazione delle proprie cartelle, con una media di circa 4.750 istanze al giorno. Il trend già crescente registrato alla fine dello scorso anno ha evidenziato, ora, una vero e proprio picco. Per l'operazione, che è stata prevista dal decreto legge fiscale collegato alla Manovra di bilancio, il concessionario pubblico della riscossione ha ricevuto finora 156mila domande. La Regione che risulta al primo posto per numero di adesioni è il Lazio, seguita da Lombardia e Toscana.

L'obiettivo del Governo per questa operazione di definizione agevolata”, che punta ad alleggerire l'insieme dei ruoli di Equitalia pendenti dal 2000 al 31 dicembre 2016, è proprio quello di recuperare il maggior numero di risorse possibili per far quadrare i saldi della manovra di bilancio 2017-2019: secondo le stime, infatti, il maggior gettito della rottamazione dovrebbe assicurare all’Erario incassi per 2,3 miliardi di euro nel 2017, con altri 2 miliardi da recuperare nel 2018, mentre gli ultimi 800mila euro sono attesi per il 2019.

Il viceministro Casero ha poi ricordato che dal 1° luglio 2017 vi sarà l'addio definitivo ad Equitalia e che dalla stessa data nascerà un nuovo ente pubblico della riscossione, che potrà contare su nuovi poteri.

Cessione con Iva di terreno agricolo edificabile

In Commissione Finanze alla Camera, il MEF ha risposto ad una interrogazione parlamentare su una questione piuttosto complicata e divenuta di recente oggetto di vedute diverse tra Agenzia delle Entrate e Corte di Cassazione.

Il tema del question time è quello dell'applicazione o meno dell'Iva alla cessione di un terreno divenuto edificabile da parte dell'azienda agricola.

L'Amministrazione finanziaria sostiene la sua posizione, ormai consolidata, secondo la quale la cessione di terreni aventi natura edificatoria deve essere assoggettata ad Iva anche se il bene appartiene a un'impresa agricola ed è destinato alla produzione agricola, trattandosi di un bene “strumentale” all'esercizio dell'impresa stessa.

Di recente, invece, la Corte di Cassazione (ordinanza 11600/2016) ha assunto posizioni diverse, affermando che un terreno divenuto edificabile ha assunto il carattere di suolo destinato alla edificazione, perdendo la qualità di bene strumentale cioè di bene relativo alla impresa. Per tali ragioni, la giurisprudenza di legittimità ritiene di escludere, dall'assoggettamento ad Iva, la cessione dell'area edificabile, in origine agricola, da parte di un'impresa agricola, sottoponendo invece il suddetto trasferimento all'imposta di registro proporzionale.

Nella sua risposta all'interrogazione parlamentare, il MEF sottolinea come l'operazione di cessione a titolo oneroso di un terreno edificabile effettuata da un imprenditore agricolo sia soggetta a Iva, qualora il bene partecipi all’attività agricola e sia strumentale all'attività esercitata.

Cfc, nuova disciplina

Il viceministro Casero ha colto l'occasione del question time per rassicurare la platea dei parlamentari sul fatto che l'Agenzia delle Entrate sta lavorando per uniformare la disciplina in materia di società controllate estere.

E' stato evidenziato, infatti, come le nuove regole in materia di Cfc potessero provocare effetti distorsivi per le società che effettivamente hanno localizzato investimenti in paesi con situazioni economiche arretrate o svantaggiate e che, di fatto, però, offrono spesso incentivi fiscali per favorire tali investimenti.

Il dubbio sollevato riguardava, in primo luogo, il nodo degli utili pregressi prodotti anteriormente alla modifica dell'articolo 167 comma 4 del Tuir, che è entrata in vigore dal 1° gennaio 2016.

Sull'argomento, il viceministro all'Economia ha precisato che i nuovi criteri di individuazione dei paradisi fiscali ai fini Cfc valgono anche con riferimento agli utili pregressi, anche se prodotti quando le società controllate non erano considerate residenti in Stati o territori a fiscalità privilegiata in virtù della precedente disciplina.

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