All'audizione in Commissione bicamerale di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, che si è tenuta il 10 maggio, ha partecipato anche la direttrice delle Entrate, Rossella Orlandi, che ha colto l'occasione per fare il punto sull'esito della rottamazione delle cartelle Equitalia, che si è chiusa lo scorso 21 aprile, oltre che un bilancio dell’operazione canone Rai in bolletta, dello stato dei nuovi indici di affidabilità e dell'esito del 730 precompilato.
Sono stati affrontati diversi temi relativi all'attività dell'Agenzia delle Entrate e attinenti alla razionalizzazione delle banche dati pubbliche in materia economica e tributaria, per i quali sono stati forniti cifre, risultati e dati significativi.
Prendendo in considerazione un campione pari a poco più del 50% delle istanze di adesione ricevute da Equitalia alla data del 6 maggio scorso, la Direttrice Orlandi ha evidenziato come l’incidenza percentuale dell’Irpef sulla definizione agevolata dei ruoli sia stata pari al 41,9%, mentre l’Iva si è attestata al 35,7%, tanto che le due imposte insieme coprono quasi l’80% delle richieste di rottamazione. A seguire, l’Ires dovuta dalle imprese con un 8,9%, mentre per tutte le altre imposte (Irap, Registro o addizionali comunale e regionale all’Irpef) si registra un dato complessivo del 13%.
La Orlandi ha, inoltre, evidenziato come tra Agenzia delle Entrate ed Equitalia sia in corso un'attività quotidiana di aggiornamento dei flussi informativi, necessaria per garantire in primis la corretta e tempestiva gestione delle istanze di definizione agevolata (relative ai ruoli in riferimento ai quali l'Agenzia è ente creditore) e, successivamente, dei casi di perfezionamento della definizione, con la conseguente emissione dei provvedimenti di sgravio.
Soddisfazione è stata espressa anche per quanto riguarda l'operazione canone Rai in bolletta. La Direttrice ha, infatti, confermato come “il pagare tutti per pagare meno” sul canone Rai può funzionare, tanto che già dal primo anno di applicazione della novità sono emersi oltre 5 milioni di “abbonati” in più.
Altro tema analizzato in Commissione bicamerale di vigilanza sull’Anagrafe tributaria è stato quello riguardante l'elaborazione dei nuovi indici sintetici di affidabilità fiscale che sono destinati a sostituire gli attuali studi di settore e parametri.
“I primi 70 indici di affidabilità economica dovrebbero essere approvati entro dicembre 2017 e i restanti 80 entro il 2018” ha detto la Direttrice delle Entrate.
Tali indici verranno predisposti in sinergia con le Organizzazioni di categoria (per quanto attiene l'analisi e la condivisione delle metodologie di realizzazione) e con Sose e Sogei (per quanto concerne gli aspetti tecnici e informatici).
Presto i rappresentanti delle associazioni di categoria riceveranno un calendario con le date dei primi incontri, che saranno tenuti proprio al fine di analizzare e condividere le metodologie utilizzate dalla Sose e dalle Entrate per la realizzazione dei nuovi indici e dei relativi risultati applicativi.
La Orlandi ha sottolineato che il punto di forza di tutta questa operazione è rappresentato dalla "qualità dei dati" utilizzati e che la vera novità è la possibilità di personalizzare i risultati per singolo contribuente sulla base degli effetti individuali calcolati con il nuovo modello di stima. I nuovi Indici sintetici di affidabilità (Isa) consentiranno, poi, di mettere a disposizione dei contribuenti specifiche funzionalità di audit e benchmark con le quali potranno valutare le proprie performance aziendali.
Inoltre, è stato evidenziato anche l'aspetto premiale dell'applicazione degli Isa, che prevede per i contribuenti specifici benefici in termini di semplificazione degli adempimenti, di esclusione dei controlli e di riduzione dei termini di decadenza per l'attività di accertamento.
Sulla nuova disciplina degli Isa e la conseguente abolizione degli studi di settore a favore dei citati indici si è espresso anche il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti.
Nel corso dell'audizione in Commissione Finanze alla Camera, che si è tenuta sempre il giorno 10 maggio, sulla proposta di legge (n. 440) finalizzata a disciplinare gli indici di affidabilità fiscale introdotti del Decreto legge n. 193/2016 si è espresso anche il Consigliere del Cndcec con delega alla fiscalità, Maurizio Postal, che ha sostenuto che : “in termini generali, la proposta di legge è apprezzabile perché definisce in modo più dettagliato i contenuti dei nuovi indici e degli effetti derivanti dalla loro applicazione, superando in tal modo la vaghezza delle disposizioni presentate. Il disegno di legge appare ben articolato, anche se si ritiene che possa essere migliorato in alcuni punti”.
Secondo la categoria dei commercialisti, infatti, la commissione degli esperti chiamata ad esprimere il proprio parere sugli Isa dovrebbe richiedere l'ausilio dei rappresentanti delle categorie professionali, in virtù del principio di collaborazione tra Fisco e professionisti.
Un'altra proposta dei commercialisti è quella che prevede per i periodi d'imposta per i quali trovano applicazione gli indici, la possibilità per i contribuenti di indicare nelle dichiarazioni fiscali ulteriori componenti positivi, non risultanti dalle scritture contabili, per migliorare il proprio profilo di affidabilità e accedere al regime premiale.
Ma, i maggiori dubbi riguardano la disciplina delle società di comodo, per le quali la normativa attuale prevede come causa di esclusione la situazione di congruità e coerenza ai fini degli studi di settore. Il timore è che l'abolizione degli studi di settore a favore degli indici sintetici di affidabilità fiscale possa compromettere l'esclusione dalla disciplina delle società di comodo.
Così, il direttore dell'area fiscale del Cndcec Saggese ha sostenuto che “nella logica premiale che caratterizza i nuovi indici di affidabilità fiscale, la stessa causa di esclusione debba essere riproposta anche verso questi ultimi".
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