L’Organismo Congressuale Forense si è detto preoccupato e contrariato rispetto alla riforma prevista dal DL n. 124/2019 per quanto concerne i reati tributari.
E’ quanto si legge in una delibera assunta dall’Organismo di rappresentanza politica dell’Avvocatura il 23 novembre 2019.
Nel documento, l’OCF ha manifestato la propria preoccupazione per quella che definisce “la propensione del legislatore ad utilizzare l'argomento della doverosa lotta all'evasione fiscale a meri fini propagandistici”.
La “continua oscillazione” delle soglie di punibilità dei reati fiscali sancita dai diversi provvedimenti normativi via via susseguitisi negli anni (dei quali il DL 124/2019 è solo l'ultimo), non corrisponde - si legge nel documento - a reali esigenze di tutela dei beni giuridici sottesi e non è nemmeno utile ad assicurare la necessaria effettività delle pene per i trasgressori.
Secondo l’Organismo, in realtà, il decreto in oggetto riconfermerebbe “l'uso del solo strumento repressivo costituito da un ulteriore aumento di oltre un terzo delle pene già previste dal D. lvo 74/2000, come mezzo di politica criminale non rispettando neppure - sotto il profilo prettamente sanzionatorio - il principio di proporzionalità ed adeguatezza delle sanzioni fra le singole fattispecie”.
E’ invece necessario, comunque, mantenere un giusto equilibrio rispetto alle tutele penali previste per altri beni giuridici.
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