Si è tenuta ieri, 26 febbraio 2020, la riunione del tavolo tecnico convocato dal Guardasigilli, Alfonso Bonafede, su richiesta del CNF, in materia di riforma del processo penale.
Ai lavori, oltre al Consiglio nazionale forense, hanno partecipato l’Organismo congressuale forense, l’Unione delle camere penali, l’Associazione italiana dei giovani avvocati.
Nel corso dell’incontro, il CNF, a mezzo del proprio presidente, Andrea Mascherin, ha sottolineato l’importanza e l’irrinunciabilità del metodo del confronto, manifestando la certezza che, una volta salvaguardati i presìdi della difesa, sarà possibile giungere a un testo che può trovare la condivisione dell’Avvocatura, “salvo, naturalmente, il tema della prescrizione su cui, come si sa, le distanze paiono allo stato non colmabili”.
Secondo quanto si apprende, il ministro avrebbe rassicurato che il testo di riforma penale “non è blindato” e che potrà essere ritoccato nell’ambito dei lavori parlamentari.
Per gli avvocati penalisti, l’UCPI ha ribadito le proprie radicali critiche al testo di riforma del processo penale approvato dal CDM, per come ricapitolate in un documento consegnato al Guardasigilli.
Secondo le Camere penali, in particolare, qualsiasi intervento sulla ragionevole durata del processo dovrebbe prevedere, in primis, il rilancio dei riti alternativi.
Sarebbero da abrogare, dunque, le ostatività relative al patteggiamento e, parimenti, si dovrebbe abbandonare ogni riferimento a criteri di economia processuale per l’ammissione al rito abbreviato condizionato.
Ribadito, dall’Unione, il no a deroghe ai principi di oralità ed immediatezza e alla necessità di procedere nuovamente all’istruttoria dibattimentale in caso di mutamento del giudice.
Da salvaguardare, infine, lo strumento dell’appello.
E’ quanto si legge in un comunicato diffuso ieri, subito dopo l’incontro, dall'UCPI.
Nella nota, viene sottolineato che il ministro Bonafede, durante il tavolo tecnico, avrebbe confermato la massina attenzione alle obiezioni sollevate dai penalisti.
Lo stesso Bonafede avrebbe assicurato che i rilievi contenuti nel documento UCPI sarebbero stati sottoposti all’ufficio legislativo del proprio dicastero, per divenire oggetto della interlocuzione politica delle prossime settimane.
Sul fronte della prescrizione, invece, l’Unione conferma l’inconciliabilità delle rispettive posizioni.
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