Riforma penale. Convocato tavolo, avvocati insoddisfatti del Ddl

Pubblicato il 18 febbraio 2020

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha convocato il tavolo sulla riforma del processo penale. L’iniziativa è stata accolta con favore da parte del CNF che ne aveva più volte sollecitato la riunione.

Il testo del Ddl delega approvato la scorsa settimana in CDM, del resto, non sembra aver convinto gli avvocati che, soprattutto attraverso le sigle dell’OCF e dell’UCPI, hanno manifestato diverse perplessità.

E mentre il Consiglio Nazionale Forense ha confermato il proprio impegno per giungere a soluzioni il più possibile condivise tra gli addetti ai lavori e tra loro e la politica, pur nella consapevolezza che “a volte, le esigenze della politica non si sposano perfettamente con quelle dei giuristi addetti ai lavori”, l’Organismo congressuale forense e l’Unione delle Camere penali sono apparsi molto duri sul Ddl di riforma.

OCF: riforma “agrodolce”, riavvio consultazioni

In una nota datata 14 febbraio 2020, l’OCF parla di “Riforma dal sapore agrodolce”, apprezzabile nella forma ma “largamente insufficiente nei contenuti”.

Così, da un lato, viene giudicato favorevole l’accoglimento di alcuni dei suggerimenti avanzati, ma dall’altro, viene sottolineato anche che “per molti altri passaggi determinanti per la riforma del processo penale, le preoccupazioni espresse dall’Avvocatura non sono state ascoltate”.

Tra le maggiori criticità del testo, viene segnalato l’intervento sulle notifiche all’imputato, che – spiega il coordinatore dell'OCF, Giovanni Malinconico – “responsabilizzano l’Avvocatura senza distinzione tra nomine fiduciarie e nomine d’ufficio, con la necessità di un ulteriore specifico mandato per poter proporre appello dopo la condanna in primo grado”.

Altro nodo che suscita perplessità è relativo all’impossibilità, per il giudice, di applicare l’Istituto dell’affidamento in prova al Servizio Sociale, misura che invece era stata proposta dall’Organismo e che – viene sottolineato – “aveva trovato unanime consenso nell’ANM e nell’Unione Camere Penali”, posto che avrebbe diminuito sensibilmente i procedimenti davanti al Tribunale di Sorveglianza, eliminando le impugnazioni delle sentenze di patteggiamento o di concordato.

La nota si conclude con l'augurio che, sulla riforma penale, venga prontamente avviata una nuova stagione di consultazioni.

Camere penali: grave arretramento sul piano della cultura giuridica

Le maggiori critiche al disegno di legge giungono, però, dagli avvocati dell’UCPI: è di ieri, 17 febbraio 2020, un documento della Giunta dell'Unione, dove viene fatto un dettagliato punto sulla riforma.

Secondo i penalisti, il disegno di legge rinnegherebbe tutta la precedente attività di interlocuzione presso il ministero e che aveva condotto le rappresentanze degli operatori del settore “a proporre sintesi di segno opposto rispetto a questa delega”.

Si tratterebbe – si legge nell’articolato – di “un grave arretramento sul piano della cultura giuridica”, che non garantirebbe affatto dei tempi celeri quanto piuttosto una contrazione delle garanzie difensive, una limitazione dell’appello, un efficientismo giustizialista al posto delle regole del contraddittorio.

 

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