Nel corso della seduta del 16 marzo 2018, il Consiglio dei ministri ha approvato, in secondo esame preliminare, lo schema del decreto legislativo di riforma dell’ordinamento penitenziario in attuazione delle deleghe contenute nell’articolo 1, della Legge n. 103/2017.
L’obiettivo prioritario dell’intervento legislativo - si legge nel comunicato stampa del Governo, di fine seduta - è quello di rendere più attuale il vigente sistema dell’ordinamento penitenziario, adeguandolo ai successivi orientamenti della giurisprudenza della Corte Costituzionale, della Corte di Cassazione e delle Corti europee.
Lo stesso provvedimento mira:
Il testo del provvedimento, che ha già ottenuto il parere favorevole della Conferenza unificata e i pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari, dovrà essere sottoposto ad un ultimo esame, non vincolante, delle Camere.
“Questo non è un provvedimento salva-ladri, uno svuota-carceri: da domani non ci sarà nessun ladro in più in giro". E’ questo il commento rilasciato dal Guardasigilli, Andrea Orlando, al termine della seduta del Governo.
Il ministro ha poi continuato “…da domani un giudice potrà valutare il comportamento del detenuto e ammetterlo a misure che gli consentono di restituire qualcosa di quello che ha tolto alla società".
L’Unione delle Camere Penali Italiane non ha tardato ad esprime la propria soddisfazione per la decisione del Consiglio dei Ministri di approvare la tanto attesa riforma dell’ordinamento penitenziario, senza le modifiche indicate dalle Commissioni Giustizia di Camera e Senato “che, di fatto, avrebbero svuotato di significato la riforma che, contrariamente a quanto sostenuto da taluno, garantisce maggiore sicurezza ai cittadini, attuando principi costituzionali”.
Da qui, l’auspicio degli avvocati penalisti che il procedimento per la formalizzazione dell’approvazione sia completato al più presto.
L’Unione delle Camere penali – si legge in un comunicato della Giunta dell’unione, datato 16 marzo 2018 – “vigilerà attentamente” proprio al fine del completamento dei lavori in tempi brevi nonché “perché prosegua l’attività volta a migliorare la condizione nelle carceri, rammentando, tra l’altro, che più di un terzo della popolazione carceraria è costituita da persone in attesa di giudizio e, dunque, di presunti innocenti”.
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