Il Capo IV del Decreto legge n. 145/2024, noto come "Decreto flussi", introduce alcune disposizioni processuali applicabili alle materie sulle quali le sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e libera circolazione dei cittadini dell'Unione europea giudicano in composizione collegiale.
Il Decreto legge in esame - si rammenta - reca "disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, di tutela e assistenza alle vittime di caporalato, di gestione dei flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali".
Il provvedimento, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l'11 ottobre 2024, dovrà essere convertito in legge entro il 10 dicembre 2024.
Le misure processuali, in particolare, sono contenute negli articolo 16, 17, 18 e 19 del Decreto legge.
Una delle principali innovazioni consiste nella possibilità di impugnare i provvedimenti di trattenimento adottati dalle sezioni specializzate, tramite lo strumento del reclamo.
Il reclamo può essere presentato dinanzi alla Corte d'Appello, che lo tratta in camera di consiglio, e deve essere deciso con decreto entro un termine di sessanta giorni.
Altra novità introdotta è la riduzione dei termini per presentare ricorso contro i provvedimenti di trattenimento alla frontiera.
Il termine, che in precedenza era di quattordici giorni, è stato dimezzato a sette giorni, il che richiede una risposta più immediata da parte del soggetto interessato.
Oltre alla possibilità di ricorrere contro tali provvedimenti, il ricorrente ha anche la facoltà di chiedere la sospensione del trattenimento mentre il ricorso è ancora in fase di valutazione.
Questa opzione consente allo straniero di sospendere temporaneamente l'efficacia del provvedimento, in attesa della decisione definitiva della Corte.
Il Decreto, a seguire, introduce la possibilità di proporre appello contro il diniego o la revoca della protezione speciale, provvedimenti anch'essi adottati dalle sezioni specializzate.
Tra le altre novità introdotte dal Decreto in materia processuale si segnala che:
Per espressa previsione, le disposizioni processuali contenute nel capo IV del decreto legge si applicano ai ricorsi presentati per l'impugnazione di cui all'articolo 35 e all'articolo 3, comma 3-bis (decisioni di trasferimento), del Decreto legislativo n. 25/2008 (Attuazione della direttiva 2005/85/CE recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato), decorsi trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto.
Le perplessità dei presidenti delle Corti d'appello
Da segnalare che i presidenti delle Corti d'Appello italiane hanno espresso preoccupazione per il ripristino dell'appello nei procedimenti di protezione internazionale, introdotto dal presente Decreto.
Questa misura, secondo i magistrati, rischierebbe di compromettere l'obiettivo del Pnrr di ridurre i tempi delle controversie civili, sovraccaricando ulteriormente le Corti d'Appello già in difficoltà a causa della mancanza di personale.
Il Decreto legge, per il resto, è suddiviso in tre parti principali:
Per quanto riguarda quest'ultima parte, il Decreto introduce nuovi obblighi per i piloti di aeromobili e droni impegnati nelle operazioni di ricerca, imponendo loro di comunicare immediatamente ogni emergenza alle autorità competenti. In caso di violazioni, sono previste sanzioni amministrative, tra cui il fermo dell'aeromobile. I termini per impugnare tali provvedimenti sono stati ridotti.
Le norme introducono anche obblighi per i richiedenti asilo e per gli stranieri irregolari di collaborare alla propria identificazione. In caso di mancata collaborazione, le autorità possono accedere ai dati identificativi contenuti nei dispositivi elettronici, con garanzie per i diritti dello straniero.
Nella procedura di frontiera, il Decreto riduce i termini per presentare ricorso contro i provvedimenti di trattenimento e introdurre un'ipotesi di respingimento per coloro che vengono soccorsi in mare durante le operazioni di sorveglianza.
Le misure relative ai richiedenti asilo prevedono che la domanda di protezione sia considerata implicitamente ritirata se il richiedente si allontana senza motivo dalle strutture di accoglienza o non si presenta al colloquio. Inoltre, la Commissione nazionale per il diritto di asilo può revocare la protezione speciale se sussistono motivi di pericolosità per la sicurezza dello Stato, con la possibilità di impugnare tali decisioni.
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