Da oggi, 1° aprile, lavoratori autonomi e professionisti possono presentare domanda all’Inps per ricevere il bonus di 600 euro, come previsto dal decreto Cura Italia.
Nel novero dei beneficiari anche i professionisti iscritti alle Casse private, inizialmente esclusi dalla misura fino alla firma di un decreto interministeriale Lavoro-Economia.
Sebbene il decreto che disciplina, tra l’altro, anche le modalità di erogazione dell’indennità per il mese di marzo, sia stato già approvato dalla Ragioneria generale dello Stato, manca però ancora la sua pubblicazione ufficiale.
Pertanto, i professionisti iscritti agli Ordini, proprio in queste ore, stanno vivendo momenti di grande incertezza: di fatto, a partire da oggi, anche loro potrebbero presentare la domanda per il bonus di 600 euro alla loro Cassa di previdenza, ma la mancanza di ufficialità e l’assenza di istruzioni impone di usare il condizionale.
Immediata la reazione delle Casse private dei vari Ordini professionali, che hanno avviato un'interlocuzione con il Governo per avere chiarimenti.
Dall’Associazione degli enti di previdenza dei professionisti (Adepp) fanno sapere che è stato elaborato un testo da parte di tutte le Casse con i punti dubbi del decreto interministeriale che devono essere chiariti.
La prima incertezza è legata al limite di reddito inferiore ai 35 mila euro maturato nel 2018 e alle “limitazioni all'attività professionale” subite. Secondo le Casse professionali si tratta di un passaggio troppo generico che lascia aperti molti interrogativi per tutti quei professionisti che hanno iniziato l’attività nel 2019 e che non hanno redditi per l’anno precedente. Inoltre, anche per chi ha maturato un reddito tra i 35 e i 50 mila euro, il testo del Dm è poco chiaro dato che subordina l’erogazione dell’indennità al fatto di aver subito una contrazione del reddito del 33% nel primo trimestre 2020. Ma l’emergenza da Coronviarus è scoppiata a fine febbraio, quindi, secondo l’Adepp, i primi due mesi del 2020 non andrebbero conteggiati e si dovrebbe analizzare la situazione posteriore al 23 febbraio.
Altri chiarimenti vengono richiesti in merito alla possibilità di ripresentare la domanda ex novo, in caso di rigetto perché non in regola con i versamenti contributivi del 2019, una volta avviata la pratica per la regolarizzazione della propria posizione.
Per quanto riguarda, invece, i pensionati, secondo le Casse potrebbero richiedere il bonus i professionisti che hanno maturato i requisiti per il pensionamento ma non hanno inoltrato la richiesta, oppure che hanno già fatto richiesta ma ancora non hanno ricevuto risposta. Sono sicuramente esclusi, invece, coloro che risultano cancellati dall’attività prima del mese di aprile.
Un altro aspetto che fa discutere è quello legato al reddito che deve essere preso in considerazione ai fini dell’autocertificazione. Il dubbio riguarda se vada considerato il reddito professionale oppure quello complessivo e se si debba tener conto anche del reddito dei professionisti in regime forfetario.
Intanto, con degli aggiornamenti sulle rispettive pagine web, la Cassa dei dottori commercialisti, la Cassa forense e quella dei ragionieri fanno sapere ai propri iscritti che si sono già attivate per predisporre la procedura telematica per la presentazione online delle domande per l’accesso al bonus di 600 euro. Il servizio, però, potrà essere operativo solo successivamente alla pubblicazione del decreto ministeriale.
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