Nella seduta del 28 luglio 2022, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, due decreti legislativi volti all'attuazione della Legge delega di riforma del processo civile e dell’Ufficio per il processo (Legge n. 206/2021).
L'intervento - si rammenta - è stato messo a punto con l'obiettivo di ridurre i tempi dei processi, secondo gli impegni assunti nel PNRR.
Il primo schema di decreto approvato ha come fine quello di attuare la delega contenuta nella legge per quel che riguarda l’efficienza del processo civile e la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie (ADR).
Punto saliente della riforma è il potenziamento del ricorso a tali ultimi strumenti, come la mediazione (favorita attraverso la previsione di incentivi fiscali), la negoziazione assistita (estesa, peraltro, anche alle controversie di lavoro) e l'arbitrato.
Per quanto riguarda il processo civile ordinario, le misure introdotte sono finalizzate a una complessiva semplificazione, con previsione di un primo grado più snello e veloce.
Si introduce, in primo luogo, una rideterminazione, in aumento, della competenza del giudice di pace e una riduzione dei casi in cui il tribunale opera in composizione collegiale.
La nuova ripartizione delle competenze prevede, così, l'innalzamento del tetto del valore delle controversie di competenza del giudice di pace, elevato a 15mila euro (fino a 30mila nel contenzioso riferito a sinistri stradali).
Tra le altre novità, si prevede:
Con riferimento alle cause di lavoro, è previsto un unico procedimento per l'impugnazione dei licenziamenti, con corsia preferenziale per la trattazione delle domande di reintegrazione.
Novità anche per quel che concerne le cause il diritto processuale della famiglia, rispetto alle quali la riforma prevede:
Il secondo schema di decreto legislativo contiene norme sull’Ufficio per il processo, messe a punto in attuazione dell’articolo 1, comma 18 e comma 24, lettere h) e i), della Legge delega.
Le nuove misure introducono una compiuta e sistematica regolamentazione dell’Ufficio per il processo, l’istituto a sostegno degli uffici giurisdizionali sia penali che civili.
L'UPP è esteso anche alla Corte di cassazione e alla Procura generale presso la Corte di cassazione nonché agli uffici di merito del settore penale.
L'intervento - si legge nel testo del comunicato stampa del CdM di fine seduta - è finalizzato ad incrementare l’efficacia del lavoro degli uffici giudiziari e dell’amministrazione nel suo complesso, contribuendo a rendere effettive le riforme di carattere processuale, mediante misure organizzative idonee ad abbattere il carico e l’arretrato giudiziario, in linea con gli obiettivi fissati nel PNRR.
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