L’ultima proposta sulla prescrizione su cui sarebbe giunta l’intesa a tre fra Pd, M5S e Leu (senza, tuttavia, il beneplacito di Iv), il cosiddetto “Lodo Conte-bis”, non convince l’Associazione Nazionale Forense.
Lo si legge in un comunicato stampa a firma del segretario generale dell’Associazione, Luigi Pansini, dove viene spiegato che l’accordo farebbe discendere “da una condanna o da un’assoluzione non definitive conseguenze determinanti sul piano penale in aperta violazione della presunzione di non colpevolezza fino a sentenza definitiva, costituzionalmente garantita”.
Secondo l’ANF, si tratterebbe di un compromesso che non dà risposte alle precise obiezioni sollevate da avvocati, accademia e molti vertici degli uffici giudiziari.
Da qui la richiesta di rinvio, intanto di un anno, dell’entrata in vigore della nuova disciplina sulla prescrizione penale.
La soluzione sulla prescrizione da ultimo prospettata in seno alla maggioranza, si ricorda, prevede lo stop al decorrere della prescrizione solo per i condannati e una sospensione breve per gli assolti, con possibilità, però, per il condannato in primo grado che venga assolto in appello, di recuperare i termini di prescrizione rimasti bloccati.
Nel comunicato ANF del 7 febbraio, è contenuto anche un auspicio a che, nel frattempo, con la riforma complessiva del processo penale - che, si rammenta, dovrebbe essere presentata nei prossimi giorni - le forze politiche “sappiano incidere realmente sul sistema giustizia del nostro Paese”.
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