Nel proseguire l’indagine condotta sulla scelta tra Tfr e previdenza complementare, il Sole-24 Ore analizza, oggi, le chance per la previdenza complementare delle principali categorie di lavoratori atipici. I collaboratori coordinati e continuativi sono esclusi dalla disciplina del Tfr. La previdenza complementare può essere alimentata con contribuzione volontaria. In questo modo i co.co.co. possono aderire ai fondi di previdenza aperti o ai piani individuali. Oltre ai collaboratori non sono coinvolti neanche i lavoratori autonomi, cioè gli artigiani, i commercianti e i coltivatori diretti. Lo stesso dicasi per i liberi professionisti.
Per i lavoratori interinali non è stata varata ancora una forma previdenziale complementare di settore. Per costruirsi la seconda pensione, dunque, anche questa categoria di lavoratori può solo iscriversi a un fondo aperto o a un piano pensionistico individuale. Nel caso in cui, invece, non si eserciti, entro sei mesi alcuna opzione sul Tfr, quest’ultimo andrà al fondo di previdenza complementare gestito dall’Inps.
Nessuna differenza rispetto ai lavoratori a tempo pieno si riscontra per quelli part-time, mentre particolarità si individuano per i lavoratori dipendenti da società che svolgono l’attività di somministrazione di lavoro.
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