PagoPA. L’Authority ammonisce il Governo

Pubblicato il 06 novembre 2020

Ingiustificata e non corretta, secondo l’AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato), l’esclusione di una modalità di pagamento, quale il Sepa Direct Debit, senza che essa sia stata al contempo integrata nel sistema PagoPA.

Si ricorda che la piattaforma PagoPA è gestita dalla omonima società per azioni partecipata dallo Stato, sotto l’indirizzo dalla Presidenza del Consiglio, che a sua volta si avvale del Commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale.

L’esclusione ha impedito l’uso tout court, con possibili effetti anche sull’efficienza della riscossione e sui costi sopportati dai debitori.

L’Authority - segnalazione S4007 di novembre 2020 - chiede al presidente de Consiglio, Conte, e al presidente Anci, Decaro, un chiarimento circa le modalità di pagamento che le Amministrazioni pubbliche possono accettare.

PagoPA. La censura: non può essere esclusivo

L’ultimo intervento sul sistema PagoPA si registra recentemente con il decreto Mef del 21 ottobre 2020, che fissa, per le annualità 2021 e successive, le modalità di versamento unificato della tassa rifiuti (TARI e TARI corrispettiva) e del tributo per l’esercizio delle funzioni di tutela, protezione e igiene dell’ambiente (TEFA) mediante la piattaforma PagoPA.

Le norme concernenti l’identificazione dei metodi di pagamento veicolati attraverso la piattaforma PagoPA, nonché la relativa tempistica di attuazione, oggetto di alcune modifiche, deroghe e proroghe, hanno determinato possibili elementi di incertezza nei soggetti coinvolti nei pagamenti.

In merito alle modalità di pagamento a favore delle Amministrazioni Pubbliche il Codice dell’Amministrazione Digitale - CAD - pone un rinvio non esclusivo all’utilizzo del sistema PagoPA, con la possibilità per le Amministrazioni di accettare anche ulteriori metodi di pagamento, quali, oltre ai contanti, la Delega Unica F24, il Sepa Direct Debit (vale a dire la cd. domiciliazione bancaria) e altri servizi non meglio identificati, nella misura in cui essi non siano stati ancora integrati con il sistema PagoPA.

Di più. Il decreto Rilancio, d.l. n. 34/2020, come convertito dalla l. n. 77/2020, ha previsto un regime premiale per l’uso della domiciliazione bancaria o postale - che è al di fuori del sistema PagoPA – applicando una riduzione fino al 20% dell’aliquota.

Ad avviso dell’Autorità, tuttavia, un siffatto susseguirsi di modifiche e deroghe normative ha evidentemente generato incertezza nelle Amministrazioni Pubbliche, tanto che alcune di esse, anche importanti dal punto di vista demografico, risulta abbiano ristretto al solo sistema PagoPA le modalità ammesse per i pagamenti (escludendo, ad esempio, il Sepa Direct Debit - ossia la domiciliazione bancaria – per il pagamento di tasse come la TARI); e ciò sul presupposto dell’entrata in vigore del sistema PagoPA.

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