Ok al sequestro se il profitto è nella disponibilità della persona giuridica
Pubblicato il 06 marzo 2014
Le Sezioni Unite penali di Cassazione, con la
sentenza n. 10561 del 5 marzo 2014, si sono pronunciate in materia di
reati tributari e sequestro preventivo finalizzato alla
confisca nei confronti dei beni di una
persona giuridica.
In particolare, i giudici di legittimità hanno inteso puntualizzare la possibilità che nei confronti della persona giuridica venga disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di denaro o di altri beni direttamente riconducibili al
profitto di reato tributario commesso dagli organi della persona giuridica stessa, “
quando tale profitto (o beni direttamente riconducibili al profitto) sia nella disponibilità della persona giuridica”.
Per contro – continua la Corte - il sequestro finalizzato alla confisca per equivalente non è consentito quando non sia stato reperito il profitto, salvo che la persona giuridica sia solo “
uno schermo fittizio”.
Inoltre, quando è possibile procedere con il sequestro finalizzato alla confisca di denaro o altri beni direttamente
riconducibili al profitto, non è consentito disporre il sequestro finalizzato alla
confisca per equivalente nei confronti degli organi della persona giuridica.
In ogni caso, viene evidenziato come la impossibilità del sequestro del profitto di reato possa essere anche solo transitoria, senza che sia necessaria la preventiva ricerca generalizzata dei beni costituenti il profitto del reato.
Prima di affermare questi principi, la Corte di legittimità ha auspicato un intervento del legislatore volto a inserire i reati tributari fra quelli per i quali è configurabile una
responsabilità amministrativa dell'ente ai sensi del Decreto legislativo
8 giugno 2001 n. 231.
L'attuale sistema – si legge nella sentenza – rischia, infatti, di vanificare le esigenze di tutela delle entrate tributarie.