Un Ddl a sostegno della “competitività dei capitali” è stato varato dal Consiglio dei Ministri riunito in data 11 aprile 2023, con l’obiettivo di incentivare la quotazione delle società e diffondere l’azionariato della Borsa italiana, anche al fine di sostenere le imprese che puntano ad aumentare la propria competitività mediante il ricorso al mercato dei capitali.
Nel provvedimento, previste norme per ridurre gli oneri a carico delle aziende che intendono quotarsi e viene estesa la classificazione di “piccole e medie imprese” emittenti di azioni quotate.
Partendo proprio dalla Pmi che intendono quotarsi, viene modificata la soglia - da 500 milioni a 1 miliardo di euro - per la classificazione delle Pmi quotate in Borsa o nei mercati regolamentati.
Inoltre, il Governo si è mosso anche sul fronte della dematerializzazione delle quote: offrendo tale possibilità, le Pmi potranno ridurre i costi e gli oneri amministrativi legati all’emissione e al trasferimento delle quote qualora intendano entrare nel mercato dei capitali.
Tra le disposizioni del Ddl Competitività si segnala anche una modifica al codice civile per quanto riguarda l’emissione di azioni a voto plurimo da parte delle spa (articolo 2351, ultimo periodo): si prevede che ciascuna azione a voto plurimo potrà avere fino ad un massimo di 10 voti invece dei 3 attuali.
Abrogato, inoltre, l’obbligo di comunicare alla Consob le operazioni effettuate dagli azionisti di controllo (in misura pari al 10% del capitale sociale), anche per interposta persona.
Fino al 30 aprile 2025 - a patto che nella relativa assemblea sia rappresentata almeno la metà del capitale sociale – sarà possibile deliberare aumenti di capitale mediante nuovi conferimenti o conferire agli amministratori il potere di aumentare il capitale con il voto favorevole della sola maggioranza del capitale rappresentato in assemblea, in luogo della maggioranza rafforzata dei due terzi di tale capitale.
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