Nel pacchetto di misure della nuova Legge di bilancio per il 2022, che è stata approvata ieri dal CdM, anche un capitolo consistente a favore delle imprese.
Come detto in conferenza stampa dal Premier Draghi, si tratta di una “legge espansiva, che accompagna la ripresa”, che si muove sulle coordinate già delineate dalla Nota di aggiornamento al Def, al fine di favorire la risalita economica del Paese dopo la pandemia da Covid-19, rafforzando gli effetti degli investimenti e delle riforme previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Tra le attese, già anticipate in occasione della presentazione del Documento Programmatico di Bilancio, la proroga degli incentivi previsti dal piano Transizione 4.0.
Secondo una prima bozza del Ddl di bilancio, l’articolo 9 è dedicato interamente alla “Proroga del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali «Transizione 4.0» e del credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attivitaÌ€ innovative”.
La proroga quindi c'è stata, ma con delle novità rispetto al passato.
La nuova Legge di bilancio 2022, del valore di circa 30 miliardi euro, dispone una proroga triennale per i beni strumentali e decennale per le attività di ricerca, sviluppo, innovazione e design, che però porta con sé una pesante rimodulazione delle aliquote.
Di fatto, si è cercato un compromesso tra una proroga lunga e l’intensità del beneficio. Quindi si arriverà al 2025, ma con aliquote notevolmente riviste in base alla tipologia di beni.
Il passaggio sarà graduale: dal 1° gennaio 2023 il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali materiali 4.0 viene sostanzialmente dimezzato.
Dalle aliquote attuali (2021) per chi acquista beni materiali strumentali nuovi inclusi nell’Allegato A alla L. 232/2016 (fissate al: 50% per investimenti fino a 2,5 milioni; 30% per investimenti da 2,5 a 10 milioni e 10% per investimenti da 10 a 20 milioni), si arriverà fino a tutto il dicembre 2025, con consegna allungata fino al giugno 2026, con queste nuove percentuali:
20% per investimenti fino a 2,5 milioni;
10% per investimenti da 2,5 a 10 milioni;
5% per investimenti da 10 a 20 milioni.
In pratica un dimezzamento rispetto alle aliquote previste per il 2022.
Analoga sorte anche per i beni immateriali previsti dall’allegato B: anche in questo caso è prevista una diminuzione del beneficio, ma con più gradualità.
Si passa da una aliquota del 20% fissata per il 2021 e il 2022, ad una proroga triennale così articolata: ancora al 20% per il 2023 e poi al 15% per il 2024 e al 10% per il 2025.
Nessuna proroga, invece, per il credito d’imposta per i beni strumentali tradizionali (l’ex superammortamento) che sono incentivati quest’anno al 10% e per il 2022 al 6%, sia per i beni materiali che immateriali. La misura si chiuderà a giugno 2023.
Lunga vita è invece stata assicurata al credito d’imposta per investimenti in ricerca, sviluppo, innovazione e design, attualmente previsto fino al 2022, che è stato prorogato di altri 10 anni.
La bozza del Ddl di bilancio prevede una sostanziale tenuta della misura di cui all’art. 1 comma 198 ss. della L. 160/2019 per il 2022, mentre a seguire ci sarà una netta riduzione delle percentuali.
Nello specifico, le aliquote dovrebbero essere così rimodulate:
il credito per attività di ricerca e sviluppo dovrebbe essere riconosciuto in misura pari al 20% dei costi, con un limite massimo di 4 milioni di euro, fino al 31 dicembre 2022, mentre dal periodo d’imposta successivo (2023, per i soggetti “solari”) e fino a quello in corso al 31 dicembre 2031 dovrebbe essere riconosciuto in misura pari al 10%, nel limite massimo annuale di 5 milioni;
Il credito per attività di innovazione tecnologica dovrebbe essere riconosciuto in misura pari al 10%, nel limite massimo di 2 milioni, fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023, mentre dal periodo d’imposta successivo e fino a quello in corso al 31 dicembre 2025 in misura pari al 5%, nel limite massimo di 2 milioni;
stesse misure e periodi di applicazione sembrano previsti per il credito d’imposta per design e ideazione estetica;
dovrebbe passare al 10%, nel 2023, anche la spesa finalizzata a progetti di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0 che invece fino al 2022 è agevolata al 15%.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, oltre al piano Transizione 4.0, vede rifinanziata anche la misura “Nuova Sabatini”, che sostiene gli investimenti produttivi delle micro, piccole e medie imprese con un contributo a sostegno degli interessi pagati per il finanziamento contratto al fine di acquistare beni strumentali.
L’agevolazione è integrata di 180 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.
Il “Fondo rotativo 394” gestito da Simest, che assicura il sostegno delle attività di internazionalizzazione, viene stabilizzato e incrementato di 1,5 miliardi per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026.
Infine, viene istituito per il MiSE anche il “Fondo sostegno transizione industria” con una dotazione iniziale di 150 milioni di euro a decorrere dal 2022, per agevolare le imprese ad alta intensità energetica che varano progetti per l’efficientamento energetico, l’economia circolare o la cattura, sequestro e riutilizzo della CO2.
Tra le altre misure a sostegno delle imprese private e degli investimenti, che sono rientrate nella Legge di bilancio per il prossimo anno, da ricordare anche:
la possibilità di trasformare le Deferred Tax Assets (DTA) in crediti di imposta estesa fino al 30 giugno 2022, con la medesima percentuale e un tetto massimo per singola operazione;
la promozione del commercio estero, grazie al ruolo seppure ridimensionato dell’Ice, Agenzia per il commercio estero, ma con un potenziamento dei compiti di regia del ministero per gli Affari esteri.
Per quanto riguarda invece le Piccole e medie imprese, le garanzie fornite ai prestiti dal Fondo per le PMI vengono rimodulate e ridotte. Inoltre, a partire dal primo aprile 2022, le garanzie non saranno più gratuite, ma dovranno essere pagate attraverso una commissione da versare al Fondo stesso.
La proroga delle garanzie del Fondo per le Pmi viene prevista dal 31 dicembre 2021 fino al 30 giugno 2022 con le seguenti modalità:
le garanzie per i finanziamenti oltre i 30 mila euro restano all’80%, ma solo se finalizzati a investimenti, mentre le coperture sui prestiti per la liquidità scendono al 60%;
le garanzie sui prestiti entro i 30 mila euro, passano dal 90 all’80%; anche queste coperture si pagano dal prossimo primo aprile.
A fine 2021, invece, finiranno del tutto le moratorie.
Vengono prorogate al 30 giugno le garanzie Sace sulla liquidità senza revisioni.
Invece, il Fondo Gasparrini per i mutui sulla prima casa viene esteso anche alle partite Iva, fino alla fine del 2022; mentre è prolungato fino alle fine dell’anno l’innalzamento da 1 a 5 milioni della soglia massima di finanziamento garantito che ogni singola impresa può chiedere al Fondo.
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