Sono ore febbrili quelle che precedono la presentazione ufficiale della Manovra 2020 e il collegato fiscale. A causa di tensioni tra i vertici di maggioranza, la riunione al Consiglio dei ministri, prevista per ieri sera, è slittata ad oggi (ore 21.00).
In ballo c’è anche l’invio del Documento programmatico di bilancio a Bruxelles.
I contrasti sono quelli noti: mantenimento o abolizione di “Quota 100”, il piano famiglia, manette agli evasori.
Delle varie ipotesi che sono emerse per fare cassa, una è sicura: il Decreto fiscale - si evince dal comunicato Mef n. 188 del 14 ottobre 2019 - conterrà la proroga dal 16 novembre 2019 al 16 marzo 2020 del pagamento della rata per i contribuenti ai quali si applicano gli ISA e i c.d. forfettari. In questo modo, sono previste maggiori entrate nel prossimo anno per circa 3 miliardi di euro.
Il differimento deriva dal fatto che tale incasso non è di aiuto per i conti del 2019, mentre rappresenta un’entrata importante per il bilancio 2020.
Altre risorse arriveranno dall’aumento delle accise sui carburanti e dalla modifica sulle compensazioni fiscali e contributive, mettendo l’obbligo di inserirle in dichiarazione prima del loro utilizzo. Spazzata via l’ipotesi di compensare i rimborsi emergenti dal 730 con le cartelle esattoriali non pagate.
Lo Stato attingerà anche dai giochi: chi vincerà più di 10 milioni di euro, dovrà versarne un quarto all’erario. Saranno, poi, diversificati i prelievi in base agli scaglioni di vincita.
Potrebbe riemergere il prelievo sullo zucchero, “sugar tax”, con una percentuale dello 0,6-0,7 euro al chilogrammo.
Messa in soffitta l’idea del cashback – il rimborso sull'estratto conto per i pagamenti con carta di credito – nel Decreto fiscale potrebbe essere presente la previsione di una detrazione fiscale per i pagamenti tracciabili.
Si vuole, in questo modo, portare i contribuenti a richiedere la ricevuta fiscale per le prestazioni di servizi (ad esempio, dell’idraulico o dell’estetista e simili) così da poter scaricare il costo in dichiarazione (sarà fissato un tetto di spesa). L’appeal sarebbe quello di garantire un maggiore sconto rispetto all’Iva applicabile a quella prestazione. E’ richiesto, però, che il pagamento avvenga in modo tracciabile. Ai commercianti potrebbero essere abbassate le commissioni dei Pos.
Nasce l’idea di creare un Fondo unico per famiglia, dove far rientrare i finanziamenti per gli asili nido ed azzerare le rette dei nidi per i nuclei familiari con redditi bassi.
L’Assegno unico per la famiglia potrebbe trovare spazio dal 2021: nello strumento sarebbero riuniti tutti i servizi assistenziali Inps che ora si sovrappongono. Il riordino consentirebbe di includere tra gli aventi diritto anche gli autonomi.
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