La Manovra di Bilancio per il 2019 presenta una nuova fisionomia dopo il rimodellamento ad opera della Commissione Bilancio della Camera, che ha terminato l’esame degli emendamenti e subemendamenti.
Al termine di una lunga maratona, quindi, la Commissione ha dato il via libera al testo mentre è ancora in corso la trattativa con Bruxelles per evitare la procedura d’infrazione sui conti pubblici.
I relatori hanno ricevuto mandato per riferire in Aula su un maxiemendamento formato da oltre 650 commi, mentre il Governo si è riservato la possibilità di porre la fiducia sul testo, che potrebbe essere chiesta proprio oggi, giovedì 6 dicembre.
Con il ricorso alla fiducia, il testo dovrebbe ricevere il via libera dell’Aula di Montecitorio, tra venerdì e sabato mattina, per poi passare al Senato dove si affronteranno i temi caldi delle pensioni e del reddito di cittadinanza.
Tra le ultime novità imbarcate nel testo del Ddl bilancio, oltre ad un pacchetto di misure per le imprese tra cui spicca la proroga di un anno del Bonus formazione 4.0 e il raddoppio dal 20 al 40% della deducibilità dell’Imu sui capannoni, anche un pacchetto di misure per le famiglie e la Pubblica amministrazione.
Per le prime, è prevista la nascita di tre Osservatori nazionali (sui nuclei famigliari, sul contrasto alla pedofilia e alla pornografia minorile e per l’infanzia), l’aumento a 1.500 euro annui del bonus per l’iscrizione agli asili nido, oltre che l’aumento a 26 anni dell’età dei figli a carico che possono utilizzare la Family card (non più solo sotto i 18 anni). Rimodulati, poi, i congedi di maternità e paternità e prorogato il bonus bebè.
Per le Pa e le altre autorità pubbliche, invece, è prevista una massiccia ondata di assunzioni, che dovrebbe interessare i Centri per l’impiego, la Magistratura contabile, l’Ispettorato del lavoro fino all’Accademia della Crusca.
Previsto il meccanismo “bonus malus” per tassare l'acquisto di auto inquinanti e incentivare quelle “green”. Tale meccanismo sarà in vigore dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2021 e interesserà anche gli acquisti in locazione finanziaria.
È, infatti, passato l’emendamento che prevede incentivi fino a 6mila euro per l’acquisto di auto elettriche, ibride o piccole auto a metano o diesel. La norma introduce contestualmente anche una tassa dai 150 ai 3mila euro per chi, invece, acquista auto inquinanti. Tale prelievo sarà proporzionale al livello di emissioni dei modelli più inquinanti.
Il restyling della Manovra per il 2019 ha visto anche l’approvazione di un emendamento sulla proroga dell’iperammortamento, l’incentivo introdotto per agevolare la transizione delle imprese italiane verso l’Impresa 4.0.
Già in sede di Disegno di legge di bilancio era stato anticipato il rinnovo dell’iperammortamento e l’introduzione di una struttura con tre scaglioni: 250% per investimenti fino a 2,5 milioni; 200% per investimenti da 2,5 a 10 milioni; 150% per quelli oltre i 10 milioni e fino a un tetto massimo dei 20 milioni.
Con l’approvazione dell’emendamento proposto dai relatori, emerge ora l’innalzamento dell’iperammortamento al 170% dal 150% per lo scaglione più basso degli investimenti.
Al fine di evitare che per sfruttare la maggiore convenienza fiscale della Flat tax al 15%, si trasformino rapporti di lavoro dipendente (magari a termine) in collaborazioni a partita Iva, l’emendamento passato in Commissione bilancio sancisce che sono esclusi dal regime forfettario (sia quello a 65mila euro per il 2019 con il prelievo al 15%, sia quello fino a 100mila euro con aliquota al 20% a partire dal 2020) i soggetti che svolgono la loro attività prevalentemente nei confronti dei datori con i quali sono in corso rapporti di lavoro, o lo sono stati nei due precedenti periodi d’imposta, ovvero nei confronti di soggetti riconducibili agli stessi datori di lavoro.
La tassazione sostitutiva, invece, resta possibile per coloro che, pur essendo già titolari di uno stipendio o pensione, esercitano anche un'altra attività autonoma con ricavi fino a 65 mila euro annui. In questo caso, il regime forfetario sarà ammesso a prescindere dall'entità del reddito principale, in quanto viene meno il limite di 30 mila euro oggi esistente.
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