Lo scudo non salva dalla condanna penale
Pubblicato il 14 giugno 2013
I giudici di Cassazione, con la sentenza n.
25931 del 13 giugno 2013, hanno confermato la condanna per dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti comminata dai giudici di merito, ai sensi dell'articolo 2 del Decreto legislativo n.
74/2000, nei confronti di un contribuente.
Quest'ultimo si era opposto al provvedimento di condanna asserendo che, essendosi avvalso dello scudo fiscale previsto dall'articolo 13-bis della Legge
102/2009, non poteva essere riconosciuto come penalmente responsabile della condotta addebitatagli.
Doglianza, quest'ultima, ritenuta priva di pregio dai giudici di legittimità.
Con la stessa – precisa infatti la Corte - vengono dedotti motivi di merito sull'integrazione della contestata ipotesi di reato, “
del tutto incompatibili con la richiesta di applicazione della pena da parte del contribuente ritualmente e consapevolmente proposta”.