L’Associazione nazionale magistrati si è detta fortemente contraria alla proposta del Guardasigilli, Andrea Orlando, di rafforzare il ruolo degli avvocati nell’ambito dei Consigli giudiziari, con particolare riferimento a quel che concerne la valutazione di professionalità dei giudici.
Secondo l’Anm, si tratta di un profilo “che non attiene al perseguimento degli obiettivi di efficienza del sistema giudiziario, tema quest’ultimo che rappresenta una priorità assoluta per la magistratura associata”.
A fronte di questa posizione, la risposta dei legali non si è fatta attendere.
Dall’Ordine degli avvocati di Milano è giunta una delibera, datata 27 ottobre 2016, nel testo della quale le dichiarazioni dell’Anm sono definite ”del tutto gratuite e offensive” per l’avvocatura, in quanto esprimerebbero una visione “corporativa” del sistema giustizia volta ad escludere il contributo degli avvocati nella funzione di controllo dell’operato professionale dei magistrati.
Per gli avvocati milanesi, le esternazioni del Presidente dell’Associazione “offendono non solo le istituzioni forensi ma, soprattutto, il lavoro e il ruolo degli Avvocati che, con spirito di servizio, partecipano da anni ai Consigli giudiziari”.
L’auspicio è, quindi, che il Ministro Orlando e il Csm mantengano ferme le loro intenzioni circa una maggiore partecipazione dei rappresentanti dell’avvocatura all’interno dei Consigli giudiziari.
Anche il Consiglio dell’Ordine di Messina si è espresso sulla questione, manifestando, con una delibera del 25 ottobre 2016, il proprio “sconcerto” per le affermazioni dei rappresentanti dell’Anm, definite come “improvvide” e “del tutto avulse dal contesto”.
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