Con comunicato del 4 gennaio 2018, Assindatcolf ha commentato la sentenza n. 24/2018 della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, la quale ha confermato alcuni principi contenuti anche nel contratto collettivo che regola il settore domestico, ovvero che il lavoratore ha diritto ad un riposo di almeno 11 ore consecutive.
Più nello specifico, la sentenza non fa rifermento alla figura della badante che presta servizio in famiglia ma al settore socio assistenziale/sanitario che viene offerto in strutture specializzate.
Tuttavia per l’Associazione, la Suprema Corte, oltre a ribadire l’obbligo di concedere un giusto riposo al lavoratore, ha acceso anche un riflettore sulla drammatica condizione che ogni giorno molte famiglie italiane sono costrette a sostenere, soprattutto quando si tratta di assistere un anziano, disabile e malato che necessita di cure anche nelle ore notturne e per questa mansione il CCNL sul lavoro domestico prevede una figura ad hoc all’art. 11.
Ma - sottolinea il comunicato - non tutti possono permettersi di assumere due lavoratori, una badante operativa di giorno ed una di notte, e per questo Assindatcolf sostiene l’esigenza di introdurre nel sistema fiscale la totale deduzione del costo del lavoro domestico, non solo per la parte contributiva, come già avviene, ma anche per quella degli stipendi, che rappresentano la spesa maggiore.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".