Si è tenuta il 28 gennaio 2016, presso l'Aula magna della Corte di Cassazione, la tradizionale cerimonia di inaugurazione del nuovo anno giudiziario 2016, in presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarela e dei rappresentanti del Governo e delle Istituzioni.
Relazionando sull'amministrazione della giustizia per l'anno 2015, il Primo Presidente della Suprema Corte Giovanni Canzio ha riportato alcuni dati definiti sconcertanti per quanto riguarda l'arretrato civile ed in particolare tributario.
Sui 30 mila ricorsi civili pervenuti nel 2015, infatti, oltre un terzo riguarda la materia fiscale e le 105 mila cause ancora pendenti al 31 dicembre 2015 (valore più alto di sempre) hanno determinato un incremento di giacenze che sfiora il 4% rispetto al 2014, ma che presso le sezioni tributarie arriva a toccare persino il 17%. Circostanza, questa, che allunga ulteriormente i tempi del giudizio di legittimità, talvolta sino a 4 anni per le cause tributarie. Il tutto – non va sottaciuto - nonostante la riscontrata alta produttività della magistratura italiana.
Da qui la proposta di Canzio di abolire le Commissioni tributarie ed istituire, al loro posto, sezioni specializzate presso i Tribunali o presso le Corti d'Appello.
Così come l'ulteriore proposta – per far fronte agli altri nodi cruciali della definita "crisi" di giurisdizione – di depenalizzare il reato di immigrazione clandestina che si è rivelato, a parere del Presidente ed in generale della magistratura, "inutile ed inefficace" se non per certi versi dannoso, mentre una sanzione amministrativa quale un provvedimento di espulsione avrebbe dato probabilmente risultati più concreti.
Proposte, queste – assieme al paventato piano straordinario di riduzione dell'arretrato civile – che hanno riscosso successo ed in molti punti, appoggio e riscontro presso i soggetti istituzionali presenti all'inaugurazione, tra cui il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il Vicepresidente del Csm Giovanni Legnini ed il Presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin.
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