Il domicilio è inviolabile anche in caso di fondato sospetto
Pubblicato il 19 dicembre 2009
Con la sentenza n. 48552, la Cassazione ha annullato, senza rinvio, la decisione con cui i giudici di merito avevano condannato un uomo che si era opposto, con la forza, ad un pubblico ufficiale e ad un maresciallo dei Carabinieri che volevano perquisire il suo domicilio sulla base di fondati sospetti di detenzione illegale di armi. La Corte di legittimità, nel testo della decisione, fa esplicito riferimento al rilievo del principio costituzionalmente sancito della inviolabilità del domicilio. In materia, l'interprete – precisano i giudici della Corte – deve attenersi ad “un'interpretazione rigorosa dell'art. 41 rd cit., da cui sia bandita qualsiasi libera iniziativa e valutazione discrezionale degli organi di polizia giudiziaria e negata la possibilità che la perquisizione possa essere effettuata sulla base di un mero sospetto, essendo sempre necessaria l'esistenza di un dato oggettivo che costituisca notizia, anche per indizio, il quale, per sua natura, deve ricollegarsi ad un fatto obiettivamente certo o a per fatti certi e concordanti tra loro”.