I commercialisti chiedono la proroga del termine per le comunicazioni “black list”

Pubblicato il 27 ottobre 2010 I tempi strettissimi tra i chiarimenti ufficiali del Fisco (circolare n. 53/E/2010) ed il termine di attuazione delle nuove disposizioni in materia di comunicazione telematica delle operazioni con i Paesi della black list (2 novembre 2010) hanno sollevato istanza di rinvio.

La richiesta perentoria di una proroga è pervenuta al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, da parte di Claudio Siciliotti, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti.

I commercialisti, supportati dalle associazioni di artigiani e commercianti, ritengono che i punti da chiarire sono ancora troppi.

Vi sono numerosi argomenti ancora controversi, ad esempio: la nozione di “operatore economico”, i rapporti tra stabile organizzazione e casa madre, le note di variazione Iva che si riferiscono a periodi diversi da quelli indicati nelle fatture da rettificare. Perciò, sebbene si riconosca l’utilità delle linee interpretative finora fornite sulla materia dall’Agenzia delle Entrate, i commercialisti sottolineano come le stesse siano state diramate soltanto il 21 ottobre scorso. Troppo a ridosso della scadenza, se si considera l’elevata complessità della materia in questione.

Per tali ragioni, nella lettera inviata all'Amministrazione finanziaria si legge che: “con l’approssimarsi della prima scadenza relativa alla comunicazione telematica delle operazioni con i cosiddetti “Paesi black list”, si ritiene opportuno che l’Agenzia delle Entrate valuti una proroga del termine, al fine di evitare che una così importante novità cominci la propria “avventura” in un contesto di molti dubbi operativi e di assai forte disaffezione da parte degli operatori”.

L’ultima parola sulla questione spetterà, ora, al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Analoga richiesta di rinvio è pervenuta, come già precisato più sopra, anche da Confartigianato e Confcommercio. Le associazioni sottolineano come il disagio degli operatori sia legato soprattutto al poco tempo per adeguarsi prima della scadenza del 2 novembre prossimo. L’avere più tempo a disposizione servirebbe a porre nuovi quesiti relativamente ai dubbi riguardanti l’applicazione della norma.
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