Non solo magistrati e professionisti sono contro l'attribuzione alla Corte dei conti delle controversie in materia tributaria.
Anche il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria ha manifestato le proprie perplessità, sottolineando come detta proposta sia a rischio di incostituzionalità.
Queste posizioni sono state espresse rispetto alla risoluzione approvata dal Consiglio di presidenza della Corte dei conti, con cui è stata avanzata la richiesta di “concentrare in una stessa magistratura la salvaguardia degli interessi dell'erario e del fisco, con l'attribuzione della giurisdizione tributaria al plesso giurisdizionale che già ha cognizione della contabilità pubblica”.
Una possibilità, questa, che gli avvocati tributaristi dell’UNCAT hanno prontamente bocciato, ritenendola “inaccettabile” posto che con essa si sacrificherebbero i principi di terzietà, imparzialità e indipendenza del giudice.
Sulla stessa linea le associazioni dei magistrati, quali Magistratura indipendente – per la quale l'attribuzione alla Corte dei conti delle competenze proprie delle commissioni tributarie previa soppressione di queste ultime sarebbe “gravemente inopportuna” - Unione giudici tributari (Ugt) – che si è detta stupita e preoccupata dalla ultima risoluzione della Corte contabile - Associazione magistrati tributari – che ha sottolineato come “la migliore riforma è quella che fa funzionare meglio l'esistente”.
La stessa Associazione nazionale magistrati si è detta perplessa per questa richiesta, auspicando, espressamente “che la materia tributaria non venga sottratta alle competenze della Corte di cassazione, un organo che assicura adeguate garanzie di indipendenza dagli altri poteri dello stato”.
A seguire, hanno manifestato contrarietà anche i commercialisti: con una nota congiunta ADC-ANC hanno sottolineato che non esiste “alcuna esigenza riformatrice in grado di legittimare interventi sostanzialmente impropri che rischiano di minare gli stessi principi ispiratori della giustizia tributaria, sacrificandoli ad una logica esclusivamente economica di garanzia delle entrate pubbliche”.
Da ultimo, come sopra riportato, le perplessità del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria.
Per come si apprende da un comunicato pubblicato il 25 ottobre, il Cptg ha evidenziato i gravi rischi di incostituzionalità della proposta della Corte dei conti, in quanto "priverebbe sia i contribuenti che gli Uffici finanziari della possibilità di ricorrere in Cassazione avverso le sentenze di secondo grado in materia di diritti soggettivi”.
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