Il testo della manovra correttiva dei conti pubblici (Dl n. 50/2017) ha avuto il via libera della Commissione bilancio della Camera ed ora è atteso in Aula, dove quasi sicuramente si ricorrerà alla fiducia.
Tra gli ultimi emendamenti votati anche quello sulla cessione più facile dei crediti deteriorati, l'esclusione dei fondi pensione dal rischio bail in e gli sconti fiscali per i “cervelli” che rientrano in Italia a condizione che restino due anni.
E' stato approvato l'emendamento di Giovanni Sanga (Pd) che vuole correggere le regole sulla risoluzione delle banche in crisi (cosiddetto bail in), sempre nel rispetto delle regole europee, che restano comunque da verificare.
Il testo modificato e passato in Commissione bilancio non contiene più l’espresso riferimento agli enti di previdenza obbligatoria (esempio le Casse), prevedendo che sulle somme di denaro e sugli strumenti finanziari della previdenza complementare depositate a qualunque titolo presso un depositario non sono ammesse azioni dei creditori "del depositario, del sub-depositario o nell’interesse degli stessi". Cioè, in caso di default della banca depositaria, sulle somme detenute dai gestori di previdenza complementare presso la stessa non saranno ammesse le citate "azioni dei creditori del depositario, del sub-depositario o nell'interesse degli stessi". Dunque, esclusi i fondi pensione dal richio bail in, ma non anche le Casse di previdenza.
Restando in materia bancaria, via libera anche all'emendamento sulla cartolarizzazione di tutti i crediti deteriorati, compresi quelli “incagliati”.
Così, per agevolare la cessione dei crediti deteriorati, si consente alle società di cartolarizzazione cessionarie dei crediti deteriorati ceduti da banche e intermediari di concedere finanziamenti per migliorare le prospettive di recupero dei crediti stessi e favorire il ritorno in bonis del debitore ceduto. Tale possibilità è stata “ritenuta utile” per il sostegno al mercato del credito e per tali ragioni l'emendamento ha ottenuto sostanzialmente l’unanimità con l’astensione del M5S.
Con un altro emendamento del Governo avallato è passata la proroga, anche per il 2017, della possibilità di compensare eventuali cartelle esattoriali per imprese e professionisti che hanno crediti certificati nei confronti della Pubblica amministrazione.
Infatti, è estesa a tutto il 2017 la possibilità di compensazione dei crediti Pa con le cartelle esattoriali. Tale operazione è prevista in favore di imprese e professionisti titolari di crediti non prescritti, liquidi ed esigibili nei confronti della Pa relativi a somministrazioni, forniture, appalti e servizi (anche professionali) a condizione che la somma iscritta a ruolo sia inferiore o pari al credito vantato.
Si resta in attesa, ora, di un decreto attuativo che regoli l'operatività di tale norma.
Rivista la posizione sulla mediazione civile. Con un emendamento del relatore, approvato a fine seduta, viene di fatto reso permanente l’obbligo preventivo di mediazione in tema di condominio, diritti reali e successori. L’emendamento cancella il periodo transitorio della mediazione e introduce l’obbligo per il ministero della Giustizia, a partire dal prossimo anno, a riferire annualmente al Parlamento sugli effetti prodotti e sui risultati conseguiti dall’istituto deflattivo del contenzioso. L’istituto della mediazione era stato introdotto in via sperimentale fino al 20 settembre 2017 ed, ora, è divenuto definitivo.
Il ministero della Giustizia aveva più volte ribadito che con la mediazione le cause civili sono diminuite del 12.5% nel 2016 consentendo agli uffici giudiziari di non trattare 200mila cause annue.
Approvato anche l’emendamento che pone come numero minimo, per le sottocommissioni esaminatrici dei concorsi nell’amministrazione della giustizia, quello di 250 candidati.
Tra le novità dell'ultima ora approvate anche: le maggiori risorse per la stabilizzazione dei precari della scuola, con una dote che ora sale complessivamente a 1,3 miliardi di euro, l’inserimento nella manovra del decreto sul primo salvataggio di Alitalia, con il prestito ponte di 600 milioni, e il recupero dei poteri Anac bloccati con la recente correzione al Codice appalti. La norma sull’Anticorruzione riconosce ora all’Anac il potere di agire in giudizio contro i bandi, gli atti generali e i provvedimenti relativi a contratti di qualsiasi stazione appaltante che violino le norme in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi o forniture.
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