Fisco, mini proroga al 28 febbraio per cartelle, avvisi e pignoramenti

Pubblicato il 01 febbraio 2021

E’ stato pubblicato nella "Gazzetta Ufficiale" del 30 gennaio il nuovo decreto legge che proroga al 28 febbraio 2021 l’invio delle cartelle esattoriali e degli avvisi da parte dell’Agenzia delle Entrate-riscossione.

Il DL. n. 7/2021 recante “Proroga di termini in materia di accertamento, riscossione, adempimenti e versamenti tributari, nonche' di modalita' di esecuzione delle pene in conseguenza dell'emergenza epidemiologica da COVID-19” è entrato in vigore il 31 gennaio, come deciso dallo stesso Consiglio dei ministri riunito il giorno 29 gennaio, per ritardare immediatamente l'invio delle cartelle esattoriali per un altro mese ed evitare che già da oggi iniziassero ad essere spediti gli atti sospesi ormai da quasi un anno.

Rinvio degli atti fiscali al 28 febbraio

Come riporta il comunicato stampa di Palazzo Chigi, il testo del nuovo decreto “cartelle esattoriali” prevede l’ulteriore differimento, dal 31 gennaio al 28 febbraio 2021, dei termini previsti per la notifica degli atti di accertamento, di contestazione, di irrogazione delle sanzioni, di recupero dei crediti di imposta, di liquidazione e di rettifica e liquidazione, nonché degli altri atti tributari elencati dall’articolo 157 del Dl n. 24/2020 (Decreto “Rilancio”).

Il nuovo decreto legge differisce, infatti, il termine “finale” di sospensione dell’attività di riscossione precedentemente fissato al 31 gennaio 2021 dal DL n. 3/2021.

Anche se il provvedimento è divenuto immediatamente operativo con la pubblicazione in GU, lo stesso potrebbe confluire per la sua conversione nel decreto Milleproroghe, attualmente all’esame del Parlamento.

Atti fiscali, il nuovo calendario definito dal Dl n. 7/2021

Le misure già introdotte in materia di riscossione dai provvedimenti normativi emanati nel periodo di emergenza sanitaria vengono, così, aggiornate con i nuovi termini definiti nel DL n. 7/2021 del 30 gennaio.

E’ differito al 28 febbraio 2021 il termine di sospensione del versamento di tutte le entrate tributarie e non tributarie derivanti da cartelle di pagamento, avvisi di addebito e avvisi di accertamento affidati all’Agente della riscossione.

Sono, pertanto, sospesi i pagamenti in scadenza dall’8 marzo 2020 al 28 febbraio 2021 che dovranno essere effettuati entro il mese successivo alla scadenza del periodo di sospensione e, dunque, entro il 31 marzo 2021.

E’ sospesa fino al 28 febbraio 2021 l’attività di notifica di nuove cartelle, degli altri atti di riscossione nonchè degli obblighi derivanti dai pignoramenti presso terzi effettuati, prima della data di entrata in vigore del decreto Rilancio (19/5/2020) e fino al 31 dicembre 2020 e dall’entrata in vigore del D.L. 3/2021 e fino al 28 febbraio, su stipendi, salari, altre indennità relative al rapporto di lavoro o impiego, nonché a titolo di pensioni e trattamenti assimilati.

Fino al 28 febbraio 2021, le somme oggetto di pignoramento non devono essere sottoposte ad alcun vincolo di indisponibilità ed il soggetto terzo pignorato deve renderle fruibili al debitore; ciò anche in presenza di assegnazione già disposta dal giudice dell’esecuzione.

Cessati gli effetti della sospensione, e quindi a decorrere dal 1° marzo 2021, riprenderanno ad operare gli obblighi imposti al soggetto terzo debitore (e quindi la necessità di rendere indisponibili le somme oggetto di pignoramento e di versamento all’Agente della riscossione fino alla concorrenza del debito).

Sono sospese dall’8 marzo 2020 al 28 febbraio 2021 le verifiche di inadempienza che le Pubbliche Amministrazioni e le società a prevalente partecipazione pubblica devono effettuare, prima di disporre pagamenti - a qualunque titolo - di importo superiore a cinquemila euro. La sospensione è decorsa dal 21 febbraio 2020 per i soli contribuenti che, alla stessa data, avevano la residenza, la sede legale o la sede operativa nei comuni della c.d. “zona rossa” (allegato 1 del DPCM 1° marzo 2020).

Gualtieri: non solo differimento dei tempi, ma anche riduzione degli importi richiesti

Secondo il ministro dell’Economia Gualtieri, l’ulteriore sospensione di un mese dell'invio delle cartelle esattoriali non rappresenta la “soluzione ottimale”, perché sarebbero servite "misure più articolate", ma è stato un atto dovuto considerando l’attuale crisi di Governo.

Non si poteva fare diversamente, in attesa che il nuovo Governo, nel pieno delle funzioni, possa affrontare, in modo organico, e all'interno di un disegno complessivo, il tema.

Nel corso di Telefisco, a cui ha partecipato anche il numero uno del MEF, Gualtieri ha spiegato, inoltre, che l’intenzione non è solo quella di uno slittamento dei tempi per la notifica degli atti fiscali.

Dal Ministero si dicono al lavoro per uno scaglionamento degli invii delle cartelle dell’Agenzia della Riscossione e degli atti dell’Agenzia delle Entrate che li diluisca in un periodo di tempo più lungo per alleggerire la pressione sui contribuenti ed evitare l’affollamento degli uffici, e, allo stesso tempo, si sta pensando anche ad una riduzione degli importi di alcuni atti delle Entrate per i soggetti che hanno subito un calo del fatturato per effetto della pandemia.

Questi aspetti dovrebbero entrare in un prossimo provvedimento, che dovrebbe avere un occhio di riguardo soprattutto per le imprese, che versano in una situazione di grande difficoltà. Tra le prime mosse, dovrebbe prender vita un nuovo intervento sulla cassa integrazione e una sorta di meccanismo di credito d’imposta che serva a compensare le tasse in sospeso.

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