A breve, l’Agenzia delle Entrate invierà avvisi bonari ai proprietari delle circa 800mila costruzioni che risultano ancora da dichiarare al catasto urbano.
È l'ultima occasione per regolarizzare, attraverso l'istituto del ravvedimento operoso pagando sanzioni ridotte ad 1/6 del minimo, la classificazione catastale di quei fabbricati che hanno perso i requisiti della ruralità.
L’obbligo, spiega l'Agenzia attraverso un comunicato del 24 maggio 2017, di variare la categoria catastale dei fabbricati rurali viene dal decreto “Salva Italia” 2011 (articolo 13, comma 14-ter, Dl 201/2011), che prevedeva che si dichiarasse l'aggiornamento entro il 30 novembre 2012, attraverso la procedura Docfa (per i fabbricati che possedevano in passato i requisiti di ruralità, successivamente persi, la dichiarazione in catasto andava presentata entro 30 giorni dalla data di perdita dei requisiti).
Per regolarizzare il titolare deve avvalersi di un professionista abilitato che dovrà presentare agli uffici dell’agenzia delle Entrate (ufficio del Territorio) un atto di aggiornamento cartografico e la relativa dichiarazione di aggiornamento.
Anche se è già possibile controllare lo stato delle cose attraverso il sito dell’Agenzia, dove è pubblicato l’elenco dei fabbricati rurali ancora presenti nel catasto terreni, con l'avviso bonario il titolare è portato a conoscenza della propria posizione e può verificare quali immobili sono soggetti all’obbligo di dichiarazione.
Se l’avviso dovesse presentare delle inesattezze, l'interessato potrà segnalarlo:
Ulteriori informazioni sui fabbricati rurali sono disponibili sul sito dell’Agenzia delle Entrate nella sezione Cosa devi fare > Aggiornare dati catastali e ipotecari > Fabbricati rurali.
Se non in grado di produrre reddito, sono escluse dall’obbligo di dichiarazione al catasto dei fabbricati:
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