Pubblicato, sul sito del ministero della Giustizia, un aggiornamento sugli esami di abilitazione alla professione forense.
Nel messaggio viene fatto riferimento, in primis, alle prove scritte degli esami avvocato sessione 2020, in previsione per i giorni 15, 16 e 17 dicembre 2020.
Dette prove – viene spiegato – “vengono rinviate a causa del peggioramento della situazione epidemiologica nel Paese”.
Si tratta di una scelta necessaria per “limitare quanto più possibile le occasioni di propagazione del virus” e che - per come spiegato dal Guardasigilli, Alfonso Bonafede, che ha anticipato la notizia in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook - avrebbe richiesto “il tempo necessario per vagliare e confrontare tutte le possibili soluzioni che permettessero di evitare lo slittamento: tuttavia, di fronte all’evoluzione del quadro epidemiologico, il rinvio rappresenta purtroppo una scelta obbligata supportata anche dal Ministero della Salute”.
Lo slittamento degli esami scritti di avvocato è in linea con le disposizioni di cui all’ultimo DPCM di novembre 2020 che ha disposto, dal 6 novembre al 3 dicembre 2020, la sospensione delle procedure concorsuali pubbliche e degli esami di abilitazione alle professioni.
Secondo quanto si apprende, il ministero starebbe lavorando “a tutte le soluzioni organizzative che possano consentire di accelerare la correzione delle prove scritte e diminuire quanto più possibile gli effetti di questo rinvio”.
Si resta in attesa della comunicazione della nuova data delle prove scritte che, per come anticipato, potrebbero ragionevolmente essere collocate nella primavera del 2021.
Precisazioni arrivano anche per quel che riguarda le prove orali degli aspiranti avvocati che hanno superato gli scritti nel 2019: potranno proseguire essendo stata estesa la possibilità di “implementare modalità che garantiscano la sicurezza e la salute dei candidati e dei membri delle commissioni”.
Proprio riguardo a tale ultima questione è giunta, ai Presidenti delle Sottocommissioni Distrettuali per l’esame di avvocato sessione 2019, una nota della commissione centrale presso il ministero della Giustizia in cui viene specificato che l’art. 1, lettera z) dell’ultimo DPCM, relativo alla sospensione dello "svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni” non si applica, per come si evince dal tenore letterale delle disposizioni, alle prove orali attualmente in corso.
Resta salva, in ogni caso, la possibilità, propria di ogni sottocommissione distrettuale di differire ad altra data le sedute di esame già calendarizzate “laddove vi siano difficoltà nella composizione del collegio od in presenza di situazioni ambientali, connotare da oggettiva criticità…”.
Sulle prove dell’esame di avvocato nel contesto dell’emergenza Coronavirus si era da giorni in attesa di determinazioni da parte del ministro della Giustizia, a cui le diverse anime dell’Avvocatura, tra cui l'Organismo Congressuale Forense, si erano rivolte sollecitando una decisione ed esprimendo, in proposito, le proprie posizioni.
Da ultimo – si rammenta - il Consiglio Nazionale Forense aveva chiesto, per la sessione 2019, di continuare le prove orali in presenza solamente se in condizioni di assoluta sicurezza e, altrimenti, di consentire la prosecuzione degli esami in modalità a distanza.
Per quel che concerne la sessione 2020, il CNF aveva espresso l’opportunità di consentire alle sottocommissioni la correzione da remoto degli scritti e di aumentare o meglio dislocare i locali per l’esame, prendendo anche in considerazione l’opportunità di un rinvio della sessione.
In quest’ultimo caso, era stato precisato che occorreva prestare particolare attenzione “in quanto rinviare le prove significa posticipare l’abilitazione dei candidati che concludono la pratica nel corso del 2020 e, a strascico, ritardarne l’iscrizione all’albo che, anche in considerazione delle conseguenze economiche dell’emergenza pandemica, pare suscettibile di rappresentare un significativo pregiudizio per gli aspiranti avvocati”.
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