Dopo l’avvio, lo scorso luglio, del Nucleo centrale di monitoraggio della disciplina dell’equo compenso per la professione forense, è stata attivata anche una rete operativa a livello locale tramite la partecipazione di diversi nuclei locali presso i COA degli avvocati.
Con nota del 18 settembre 2019, il Consiglio Nazionale Forense ha evidenziato che, allo stato, sono ben 65 gli Ordini forensi (comprese due Unioni forensi, Sicilia e Triveneto) che hanno costituito questi nuclei locali, destinati al controllo sulla corretta applicazione dell’equo compenso.
Questi organi hanno il compito di raccogliere materiale sulle violazioni alla normativa e, tramite il Consiglio nazionale forense, segnalare al ministero della Giustizia bandi e avvisi che non rispettano la legge a tutela del decoro professionale.
La costituzione dei nuclei locali è stata avviata, viene ricordato, subito dopo la sottoscrizione del protocollo di intesa del 2 luglio scorso tra CNF e ministero della Giustizia, Alfonso Bonafede, per l’istituzione di un Nucleo centrale di controllo.
Nella nota, il CNF ricorda come la normativa sull’equo compenso rappresenti, per l’Avvocatura e per le professioni in generale, “una conquista per la dignità della retribuzione a fronte della qualità e quantità delle prestazioni richieste”.
Rammentato, in detto contesto, anche l’importante contributo fornito dal Consiglio nella messa a punto di detta normativa, nel corso della scorsa legislatura.
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