Presso l’Aula di Montecitorio si è tenuto, il 5 luglio, un question time nel corso del quale il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha risposto a diverse interrogazione a lui sottoposte in tema, tra gli altri, di equo compenso degli avvocati e di stalking.
Il quesito sull’equo compenso dei legali è stato posto dall’On. Marotta al fine di conoscere i relativi intendimenti del Guardasigilli, con particolare riferimento alla presentazione del disegno di legge che, in proposito, è risultato dal tavolo di lavoro avviato fra ministero della Giustizia e Consiglio Nazionale Forense.
Sul punto, il ministro Orlando ha confermato il proprio impegno affinché si approvi una norma sull’equo compenso per i professionisti, confermando, in questa prospettiva, la predisposizione, con il contributo del CNF, del disegno di legge in materia, appunto, di equo compenso e clausole vessatorie nel settore delle prestazioni legali.
Un testo che – ha sottolineato il ministro - “intende assicurare il diritto degli avvocati ad essere equamente compensati, in proporzione alla quantità e qualità del lavoro svolto, al contenuto, alle caratteristiche della prestazione legale”.
Con l’occasione, il Guardasigilli ha spiegato che il provvedimento in oggetto tutela, in primo luogo, il professionista contro le clausole vessatorie unilateralmente imposte da particolari categorie di clienti “forti”, come banche e assicurazioni.
In presenza di dette clausole, il giudice potrà riequilibrare il rapporto procedendo alla giusta determinazione del compenso, previa declaratoria di nullità delle clausole medesime ed applicando i parametri in vigore, sempre tenendo conto delle caratteristiche specifiche della prestazione legale.
Per Orlando, le nuove previsioni consentiranno “di tutelare adeguatamente la dignità professionale degli avvocati, soprattutto i più giovani, contrastando vere e proprie forme di caporalato intellettuale”.
Il progetto di legge - viene assicurato - sarà approvato entro la fine della legislatura e costituirà la base per ridefinire i compensi anche delle altre categorie professionali.
Altra tematica “calda” su cui il ministro della Giustizia è stato interpellato è quella relativa al reato di stalking, in relazione al nuovo istituto dell’estinzione del reato per condotte riparatorie.
Con due specifiche interrogazioni, gli On. Locatelli ed altri e l’On. Carfagna hanno chiesto al Guardasigilli quali iniziative abbia intenzione di porre in essere al fine di fugare qualsiasi possibilità di equivoco interpretativo in merito alla possibile estinzione del reato per condotta riparatoria per quel che concerne le fattispecie degli atti persecutori.
In merito, il ministro ha sottolineato come, in realtà, l’introduzione dello strumento previsto dall’articolo 162-ter del codice penale abbia un’incidenza applicativa tale da non pregiudicare le esigenze di tutela delle vittime di stalking. Inoltre, la previsione, nel corpo dello stesso articolo 612-bis, di specifiche ipotesi di procedibilità d’ufficio e di casi di irrevocabilità della querela già ridurrebbero ai soli casi di minore gravità la possibilità di applicare in astratto la causa estintiva al reato di stalking.
Senza contare che il controllo giudiziale sulla congruità della condotta riparatoria e la necessaria audizione della persona offesa, costituiscono “ulteriori baluardi contro un’applicazione incongrua dell’istituto”.
Ciò posto, il ministro ha ribadito la propria apertura a modifiche normative volte a prevedere un ampliamento dei casi di procedibilità d’ufficio per il reato di atti persecutori o a definire chiaramente le ipotesi di minor gravità. Una modifica che Orlando aveva anticipato i giorni scorsi, con una nota pubblicata sul sito del dicastero Giustizia.
Questo, al fine di evitare “il potenziale consolidarsi di prassi applicative che conducano ad una monetizzazione del reato” e comprendendo l’allarme diffusosi e che lo stesso definisce come “legittimamente manifestato”.
Le modifiche – ha sottolineato, infine, - potranno essere introdotte in uno dei diversi provvedimenti di contenuto connesso all’attività giudiziaria, attualmente pendenti al Senato e anche in Commissione alla Camera.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".