Le società non operative hanno tempo fino al prossimo 2 luglio per presentare le istanze di disapplicazione della disciplina delle società di comodo e avere così risposta prima del 30 settembre, data in cui è stata prorogata la consegna del modello Unico 2008. La validità degli interpelli disapplicativi è, infatti, condizionata alla ricezione del provvedimento di accoglimento entro il termine della dichiarazione dei redditi. Pertanto, considerati i 90 giorni in più concessi dalle Entrate per esaminare la pratica, è necessario che le domande siano spedite non oltre il 2 luglio. Per chi trasmette l’istanza di disapplicazione in questi giorni ed, allo stesso tempo, effettua il pagamento delle imposte (o lo ha fatto entro il 16 giugno), considerando prudenzialmente il reddito minimo, si troverà, in caso di risposta affermativa, a evidenziare una eccedenza di versamento a saldo da recuperare dopo la presentazione di Unico 2008. Viceversa, in caso di pagamento ridotto e successivo diniego delle Entrate, si potrà integrare l’importo applicando la maggiorazione per ravvedimento, a meno che non si decide di contestare la decisione del Fisco impugnando l’accertamento.
Le società interessate dalla disciplina sulle società di comodo, che non hanno superato il test di operatività devono verificare la possibilità di non dichiarare il reddito minimo in base ad una delle clausole di esclusione vecchie e nuove. Se non rientrano in nessuna delle situazioni prospettate, si dovranno individuare eventuali cause oggettive che hanno impedito di conseguire ricavi nell’ammontare minimo presunto dalla legge, che andranno poste a base dell’interpello. La legge Finanziaria 2008 ha introdotto nuove situazioni di disapplicazione automatica, che riducono i casi in cui è necessario presentare le istanze di interpello. L’interpello è, invece, ancora necessario per le società immobiliari che percepiscono canoni inferiori ai limiti di legge, per le società in liquidazione e per tutte le imprese in fase di start-up. Rimane sempre necessario, comunque, monitorare la posizione delle holding, anche dopo le nuove cause di esclusione.
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